Trattiene il pianto. E soffoca la rabbia. Ma la voce si spezza. «Devo pensare a mio marito». Dovrebbe. Invece è costretta a raccontare tutto per mettere a tacere «le persone che parlano senza essere informate e stravolgono la realtà». È la caccia all'untore che si trasforma in atto d'accusa. Anzi, in un verdetto di colpevolezza, senza neppure un processo. Per un'avvocata impegnata da una vita nella difesa deve essere particolarmente dura.

Rita Dedola (che è pure assessora alle Pari opportunità a Cagliari), solitamente non si lascia sopraffare. Ma questa volta c'è di mezzo la sua famiglia, ed è tutto più difficile. Il marito, avvocato come lei, è ricoverato in Terapia intensiva al Santissima Trinità: positivo al coronavirus. Da quando si è sparsa la voce, in seguito alla comunicazione ufficiale della moglie, su facebook e whatsapp è una gogna insopportabile. Niente di nuovo, è vero, è successo pochi giorni fa pure a Sassari, ma tutte le volte si resta attoniti.

L'assessora-avvocata risponde al telefono con la consueta gentilezza, cerca pure di mostrarsi calma ma sta lottando con se stessa, è evidente.

«Mio figlio è rientrato da Milano il primo marzo: era zona arancione, c'erano solo indicazioni generali, non esisteva l'ordinanza del presidente della Regione Sardegna, nessun obbligo di quarantena».

Era il giorno di Cagliari-Roma alla Sardegna arena aperta al pubblico.

«Sì. Mio figlio era spaventato per quello che aveva visto a Milano: ha chiamato il medico di famiglia per sapere se dovesse comunicare del suo rientro, gli ha risposto che non doveva avvisare nessuno».

Ed era vero.

«Allora ha chiesto a me e io, per scrupolo, gli ho detto di stare 14 giorni a casa».

Lo ha fatto?

«Anche con noi, nel senso che è rimasto chiuso nella sua camera. Una settimana dopo, l'8 marzo, mio marito ha avuto la febbre a 38, senza tosse né difficoltà respiratorie. Ha preso tachipirina. L'11 marzo ha mandato un whatsapp al medico che gli ha prescritto ancora tachipirina 1.000 mattina e sera e un antibiotico. La febbre si abbassava e si rialzava, mai sopra i 38 e 5».

Era preoccupato?

«Sì, ma il medico lo ha invitato a finire la cura, poi ne avrebbero riparlato».

Invece?

«Mio marito aveva difficoltà a comunicare. Si è isolato ulteriormente, anche io sono rimasta distante da lui. Ma il 17 marzo, martedì scorso, ho raccontato tutto a un mio amico: mi ha detto di lasciare passare la notte. Gli ho ritelefonato l'indomani alle 8 e sono venuti i medici dell'Igiene pubblica: polmonite e ricovero. In ospedale gli hanno fatto il tampone. Negativo».

Lo hanno rifatto?

«Sì, all'ora di pranzo, giovedì 19 marzo, san Giuseppe: positivo».

A quel punto?

«Ho avvisato tutte le persone che mio marito potrebbe aver incontrato prima dell'8 marzo, ho pure controllato la sua agenda per vedere quando fosse andato al Palazzo di giustizia e ho informato con un sms il presidente del Tribunale».

E venerdì sera un comunicato dell'Ordine forense invitava ad avvertire le autorità preposte chi fosse stato al Palazzo di giustizia tra il 2 e il 6 marzo nel caso in cui avesse sintomi influenzali.

(Attimo di silenzio. Non le è piaciuto, anche se non lo dice).

Rita Dedola (archivio L'Unione Sarda - Ungari)
Rita Dedola (archivio L'Unione Sarda - Ungari)
Rita Dedola (archivio L'Unione Sarda - Ungari)

«Quanti avrebbero fatto quello che ho fatto io, quello che ha fatto mio figlio, un ragazzo di 23 anni senza un sintomo che si è autoisolato quando nessuno glielo chiedeva? E quando è entrata in vigore l'ordinanza in Sardegna (il 9 marzo) si è subito autodenunciato. Intanto io e mio marito ci siamo chiusi dentro casa l'8 marzo perché siamo persone intelligenti».

Per tutta risposta è partita la gogna social.

«La fidanzata di mio figlio è a Milano, sta bene come tutte le persone entrate in contatto con lui».

Lei è positiva?

«No. Sto bene. Misuro tutti i giorni la febbre e la comunico alle autorità, anche oggi ho 36. Io però devo pensare ad altro, non a difendermi: mio marito è in ospedale».

Sta a casa e aspetta. Prima la salute. Il resto si vedrà.

M. F. Ch.

© Riproduzione riservata