Come promesso, i primi bonifici sono arrivati ieri direttamente sui conti correnti delle imprese che ne hanno fatto richiesta. Un segnale incoraggiante per il resto delle quasi 18mila partite Iva dell'Isola che stanno aspettando i contributi a fondo perduto previsti dal decreto Sostegni e che ora, con l'incombere della zona rossa, dipenderanno più che mai dagli aiuti di Stato.

Le aziende in difficoltà che possono provare un calo sensibile del fatturato avranno tempo fino al 28 maggio per inoltrare la richiesta e assicurarsi risorse che in molti considerano già insufficienti e distribuite secondo metodi ancora non equi.

Numeri

Intanto, ci si accontenta di ciò che arriverà. Per la Sardegna le risorse in partenza ammontano a oltre 48 milioni di euro, il 2,5% dei quasi 2 miliardi di euro distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Nel resto d'Italia sono state infatti 604.534, le istanze dei contributi a fondo perduto lavorate, per le quali è stato già predisposto un mandato di pagamento oppure riconosciuto il credito d'imposta. Quest'ultimo caso ha riguardato tuttavia solo 10mila domande, nelle quali i contribuenti avevano manifestato la scelta della compensazione in alternativa all'accredito su conto corrente.

Appello

«Dalle prime erogazioni sembra che le tempistiche siano più rapide dei precedenti ristori - commenta Francesco Porcu, segretario regionale della Cna -, non mancherà comunque un'attenta vigilanza sull'effettiva efficacia dei pagamenti. Restano infatti ancora alcune criticità del passato. Il criterio della perdita di almeno il 30% del giro di affari per accedere ai contributi rischia infatti di escludere moltissime aziende, forse il 60% delle piccole realtà che, nonostante cali di fatturato più contenuti, registrano comunque una situazione economica emergenziale. Per questo motivo tra le proposte di modifica che abbiamo avanzato rientra anche quella di un sistema graduale di assegnazione dei sussidi, proporzionale alle perdite registrate. Così da non lasciare indietro nessuno».

Proposta

Sulla scarsa efficacia dei metodi di erogazione degli aiuti si è soffermata ieri anche il CoLAP, il Coordinamento Libere Associazioni Professionali. «Bisogna ricordare - ha spiegato la presidente Emiliana Alessandrucci - che non tutte le partite Iva sono nella stessa condizione. Alcune, per via di riferimenti sbagliati ai codici Ateco, sono state escluse dai ristori e per tutto il 2020 hanno potuto usufruire solo dei bonus di marzo, aprile e maggio, nel migliore dei casi quindi di 2.200 euro. Bisogna pensare quindi a un trattamento diverso verso chi ha già ricevuto ristori pubblici e chi invece ne è stato privato; per questi ultimi, mantenendo gli stessi criteri di calcolo, proponiamo di raddoppiare l'importo che riceveranno».

Luca Mascia

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