Prima una sosta con il sindaco di Carbonia all'Eurallumina, la fabbrica che è ad un passo dal progetto di rilancio, poi l'incontro con lavoratori Sider Alloys al presidio davanti allo stabilimento che, dopo la firma sul contratto con l'Enel per la fornitura di energia, potrebbe riaprire dopo il revamping dello smelter, ora di proprietà della multinazionale svizzera dopo il passaggio dall'Alcoa.

E' cominciata così la giornata della Sottosegretaria allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, che ha convocato oggi un incontro in fabbrica con azienda, Invitalia, regione e sindacati per discutere dei tempi e del piano per il rilancio della produzione di alluminio.

Sul piatto un investimento da 150 milioni che dovrebbe riportare al lavoro 500 operai tra lavoratori diretti e indiretti. Si attende di capire il piano industriale della multinazionale e i tempi per il riavvio dell'impianto.

"I lavoratori di Sider Alloys hanno vissuto in questi anni una situazione difficilissima, compiendo sforzi enormi. Ho sempre fatto presente che tali sforzi dovevano essere concretizzati nel più breve tempo possibile, così da chiudere finalmente una vertenza lunga e complessa. La Sardegna riparte", scrive su Facebook Todde al termine dell'incontro con gli operai.

RIPRESA DELLA PRODUZIONE - A settembre arriverà il nuovo piano industriale, tra un anno i primi prodotti di alluminio dalla fonderia e tra 18 mesi la prima colata dalle celle elettrolitiche. Questo il piano per la ripresa della produzione indicato da Giuseppe Mannina, l'ad della Sider Alloys.

TODDE - "Oggi è un piccolo passo - è il commento della Sottosegretaria Todde -. L'ho detto anche ai lavoratori al presidio: non c'è niente da festeggiare, ma c'è da lavorare per questa vertenza e per questo polo industiale". "Questo è un sistema, le cose funzionano quando il sistema funziona - ha detto ancora l'esponente del Governo - quindi è un giorno importante, perché c'è una prospettiva e ci sono passi concreti. Finalmente possiamo parlare del dopo, del piano indusriale e di come reintegrare i lavoratori. Vero è che se non si risolvono i problemi che ci sono in questo contesto, ad iniziare dalla riqualificazione del porto, un'industria non fa un polo industriale".

(Unioneonline/L)
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