La Giunta Regionale, nei giorni scorsi, aveva annunciato interventi destinati al settore agricolo, in particolare quello volto ad anticipare il pagamento dei premio comunitari 2016-2019. Un piano sul quale la Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) del Nord Sardegna, attraverso le parole del presidente Michele Orecchioni, ha espresso le proprie perplessità.

"In seguito a un accordo con Abi Sardegna, Gabriella Murgia, assessore all'Agricoltura della Giunta Solinas, ha reso noto che le banche anticiperanno quasi cento milioni di euro. Apprezziamo lo sforzo per cercare di dare liquidità immediata alle imprese agricole, ma nutriamo profondi dubbi sulla reale efficacia, in quanto non sempre i pagamenti che i centri di assistenza agricola andranno a certificare alle banche saranno poi regolarmente liquidati per gli importi stabiliti", ha dichiarato il presidente Orecchioni. "Se un'azienda sfrutta il finanziamento previsto dall'assessorato, dopo dodici mesi Argea potrebbe erogare una piccola somma di anticipo, ma la differenza tra quanto richiesto e quanto erogato verrà poi richiesta dall'istituto bancario all'azienda, con tassi di interesse decisamente diversi da quelli applicati all'inizio. Ciò significa che gli imprenditori agricoli dovranno indebitarsi".

Il numero uno di Cia Nord Sardegna, dopo aver richiamato l'attenzione sul caso della misura 10 (difesa del suolo), "l'annualità 2018 è stata liquidata con cifre irrisorie rispetto alle aspettative", ha sottolineato che l'intervento studiato dalla Giunta sarebbe utile ad anticipare la liquidità per le domande future e non per le annualità pregresse. "L'accordo rischia di essere un clamoroso boomerang e non di certo la risoluzione all'ormai cronico ritardo nei pagamenti delle domande del Psr. La task force non ha prodotto il risultato per il quale era stata istituita se ora gli imprenditori agricoli saranno costretti a rivolgersi alle banche per avere liquidità", ha chiosato Michele Orecchioni, che ha riportato anche i timori degli agricoltori del Nord Sardegna. "Ci stanno mandando dalle banche per farci prestare dei soldi che spetterebbero alle nostre aziende da anni e che probabilmente saremo costretti a restituire con gli interessi".
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