ArcelorMittal ha notificato ai commissari straordinari dell'Ilva la volontà di rescindere l'accordo per l'affitto con acquisizione delle attività di Ilva e di alcune controllate acquisite secondo l'accordo chiuso lo scorso 31 ottobre.

L'annuncio della multinazionale è stato fatto con un comunicato.

A causare l'addio l'eliminazione dello scudo penale: "L'eliminazione della protezione legale, necessaria alla società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale giustifica la comunicazione di recesso".

Il rischio è che i manager dell'azienda siano esposti a procedimenti penali per una situazione che non hanno creato, ma solamente ereditato. Così, sostiene ArcelorMittal, la multinazionale non viene messa in condizione di poter mettere in pratica il proprio piano ambientale. Solo una volta concluso quel piano i manager avrebbero dovuto perdere lo scudo, almeno queste erano le intenzioni dell'azienda.

Ai commissari ArcelorMittal chiede di "assumersi le responsabilità delle attività e dei dipendenti entro trenta giorni dal ricevimento della comunicazione".

In aggiunta, si legge ancora nella nota, "i provvedimenti emessi dal Tribunale di Taranto obbligano i commissari straordinari a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019 pena lo spegnimento dell'altoforno 2 che renderebbe impossibile l'attuazione del piano industriale".

Parla di "bomba sociale" il segretario nazionale Fim Cisl Marco Bentivogli: "Tutto a causa del pasticcio del salva imprese sullo scudo penale. Un capolavoro di incompetenza e pavidità politica, non disinnescare una bomba ambientale e unire una bomba sociale".

Lapidario Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo che aveva gestito la parte iniziale della trattativa prima dell'arrivo di Di Maio al Mise: "Vorrei solo dire a chi ha votato contro lo scudo penale Ilva - Pd, M5S, Italia Viva - che siete degli irresponsabili. Avete distrutto il lavoro di anni e mandato via dal Sud un investitore da 4,2 miliardi".

(Unioneonline/L)
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