Standard and Poor's ha confermato il rating di lungo termine sul debito italiano a BBB, con l'outlook che resta negativo.

L'agenzia statunitense ribadisce il giudizio dello scorso ottobre, affermando che però potrebbe declassare il nostro Paese entro i prossimi 24 mesi se deficit e debito dovessero aumentare sopra "le nostre stime" e se dovesse verificarsi "un marcato deterioramento delle condizioni finanziarie del governo italiano e delle sue banche".

Secondo l'’agenzia di rating, l'economia del nostro Paese sarà in fase di stallo per tutto il 2019 e il debito pubblico non calerà nei prossimi anni, ma aumenterà leggermente fino al 132,7% del Pil nel 2022.

"L'inversione delle riforme e la volatilità esterna hanno spinto l'economia dell'Italia in recessione" alla fine del 2018, fanno sapere gli esperti.

Per quest'anno gli economisti stimano una crescita dello 0,1%, che risalirà allo 0,6% nel 2020, mentre l'Eurozona crescerà del doppio (+1,4%).

Pesano, secondo gli economisti della società americana, i passi indietro sul Jobs act e le "rigidità" del mercato del lavoro.

In generale, osserva l'agenzia, "i continui cambiamenti politici indeboliscono il potenziale di crescita dell'Italia", mentre si assiste a "un marcato deterioramento delle condizioni finanziarie esterne" per conti pubblici e banche.

I dati di Standard and Poor's sono stati commentati dal premier Giuseppe Conte.

"Dovremo migliorare sicuramente, ma per il momento va bene così", ha detto il presidente del Consiglio, "ce lo aspettavamo".

(Unioneonline/F)
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