Una collezione che si ispira alle grandi dive hollywoodiane del passato come Grace Kelly, Marilyn Monroe, Katherine Hepburn e Jacqueline Kennedy Onassis.

Grandi icone di stile e di bellezza, affascinanti e, per certi versi, immortali, che hanno letteralmente stregato il giovane fashion designer sardo Marco Campus.

23 anni, originario di Sorso, Marco Campus rappresenta la terza generazione di sarti della famiglia Campus – Pischedda. Sua nonna paterna Pietrina Pischedda è una delle sarte storiche di Sorso, mentre lo zio Mario Campus (figlio di Pietrina) ha un noto atelier anche a Sassari.

"Sono cresciuto tra le macchine da cucire di nonna Pietrina", spiega Marco con orgoglio. "Lei mi ha insegnato il mestiere e tutte le tecniche per realizzare un capo da donna, poi ho iniziato a lavorare come apprendista nell'atelier di mio zio Mario dove ho imparato le tecniche sartoriali da uomo".

Diplomato al Liceo Artistico "Filippo Figari" di Sassari nel laboratorio "design della moda e del tessuto", Marco ha poi preso parte al corso di ricamo nel laboratorio Piroddu di Sennori noto per gli abiti tradizionali sardi. Le prime creazioni di Marco Campus sono state presentate in diverse sfilate in Sardegna, ma anche a Roma al Gran Galà della Moda e all'ultimo Festival di Sanremo dove ha vestito la manager Gabriella Chiarappa.

"Prima di realizzare questa mia vera collezione, ho disegnato e cucito dei capi, sempre femminili, creati con temi e per occasioni diverse. Sono molto scenografici e, devo dire, mi hanno regalato delle belle soddisfazioni. Ora gli abiti della collezione che presenterò saranno sopratutto indossabili".

"Questa collezione è nata da un intenso studio tra libri, riviste, documentari e film", aggiunge ancora. "Per mesi ho lavorato in orari strani perché i pezzi migliori mi venivano in mente durante la notte. Mi sono ispirato agli anni del dopoguerra, ad alcune grandi dive che rappresentano una donna libera e indipendente che acquista consapevolezza e potere nella società ma con una certa eleganza e raffinatezza, soprattutto vive un periodo di leggerezza visibile anche sull'abbigliamento come i capi degli anni '20 che perdono qualsiasi tipo di struttura e prendono carattere e così anche negli anni '50 e '60".

Durante la quarantena, Marco Campus non solo ha disegnato la sua collezione, ma ha anche prestato la sua creatività alla realizzazione di mascherine, tutte donate a istituti per anziani, reparti ospedalieri e alle persone che ne avevano più bisogno.

(Unioneonline/v.l.)
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