Un romanzo di formazione legato a una Sardegna in cui riaffiorano sempre le tradizioni e le antiche radici, quasi mitica per ritmi di vita e natura, e due ragazzi che in un anno si troveranno costretti a crescere nello scontro con qualcosa di drammaticamente reale.

È "Naccheras" (DeA Planeta, pp.240), primo lavoro della scrittrice sassarese Ilenia Zedda.

Ilenia, classe 1990, lavora come copywriter a Torino. E a trasparire dalle sue pagine è una storia semplice e lineare, quasi senza tempo e poeticamente un po' stereotipata, ma scritta in maniera trasparente e delicata, utilizzando ogni tanto alcune parole della lingua sarda, per riverberarne sulla narrazione il loro fascino arcaico.

Al centro lo straordinario patrimonio dell'arte della filatura del bisso, preziosa fibra tessile, una sorta di seta naturale sottomarina ottenuta dai filamenti secreti da molluschi bivalvi noti come nacchera o penna. E due ragazzi tredicenni praticamente complementari, che sono le due anime di quell'isola: Caterina, orfana di madre e dal destino legato al mare, all'acqua, e Francesco, orfano di padre con un forte amore per la terra, che percorre a piedi nudi, per il carbone e la miniera in cui è morto suo padre.

Caterina e Francesco sono compagni di scuola, ma praticamente non si parlano e lui, affascinato da questa fanciulla diversa dalle altre, la segue e osserva di nascosto quando lei va, spesso con la nonna, a fare lunghi bagni in mare al tramonto nell'isolata Cala dei Mori. La nonna è su Maistu, il Maestro, per molti detta la strega per i suoi saperi e l'amore per la tradizione col bisso al centro, come destino di salvezza e identità. E alla nipote, timorosa, vuole passare il testimone, insegnandole a lavorare con impegno fisico e spirituale, a nuotare in apnea per andare a raccogliere il dono lucente delle Naccheras.

Un giorno, a cala dei Mori, i due si incontreranno, si scopriranno senza bisogno di parole, che arriveranno poi, e si troveranno naturalmente solidali e consonanti, specie quando un pesante drammatico segreto li unisce e li spaventa, tanto che non sanno più cosa fare.

(Unioneonline/v.l.)
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