«Gli insetti sono un enorme libro di sapori». Quella di Roberto Flore, 34 anni, chef di Seneghe diplomato all'Agrario di Nuraxinieddu, formato alla scuola del maestro Sergio Mei, oggi esperto mondiale in ricerche gastronomiche sull’entomofagia, non è solo una sfida al conformismo del gusto e ai tabù alimentari innalzati dalla civiltà occidentale.

È la sintesi di un progetto che, condotto col Nordic Food Lab, prestigioso laboratorio di ricerca culinaria associato all’Università di Copenaghen in cui il cuoco del Montiferru lavora da tre anni come head chef, si è tradotto in un volume tra i più originali della bibliografia gastronomica.

Già disponibile in prevendita, destinato a suscitare curiosità, il libro, di cui Flore è autore coi colleghi Josh Evans e Michael Bom Frøst, uscirà il primo maggio per la casa editrice internazionale Phaidon. Scritto in inglese “On eating insects. Essays, stories and recipies” non è solo un ricettario. Come chiarisce il titolo, il testo, che argomenta sul potenziale degli insetti in cucina, è anche una raccolta di storie e saggi sulle civiltà che praticano l’entomofagia.

I sardi si integrano nell'indagine: eccezione in Europa, mangiano<+corsivo 2013>su casu marzu<+tondo 2013>, prodotto e habitat delle larve della mosca casearia. Recenti scoperte scientifiche hanno anche rivelato che nel XIV secolo a.C. i nuragici si cibavano di grilli, cavallette e blatte. Eppure la repulsione per il consumo di insetti, nell’Isola e nel resto dell’Europa, resiste.

Sull'Unione Sarda domani in edicola l'intervista a Roberto Flore. Il video allegato all'articolo propone invece una tappa in Sardegna del progetto di ricerca che, avviato nel 2013, si è appena concluso. In un vigneto di Seneghe, suo paese d'origine, lo chef prepara il gelato di casu marzu.
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