Aveva fatto irruzione in una gioielleria di Sassari, portando via i preziosi che una commessa stava mostrando a due clienti ed era scappato per le vie del centro. Le indagini compiute dalla Squadra mobile della Questura di Sassari, coordinate dal dirigente Bibiana Pala, a partire da quell'episodio hanno permesso di scoprire non solo che i due clienti della gioielleria fossero complici del rapinatore, ma che i tre appartenessero ad una banda cui sono attribuiti anche altri numerosi reati commessi in quel periodo. In carcere sono finiti Sebastian Antonio Vanali Pileri Raica, 21 anni, e Alessandro Moracini, 29 anni, entrambi di Sassari. Il gip ha disposto gli arresti domiciliari per Antonio Franca, 23 anni, Simona Santona, 25 anni, Marzia Mastino, 22 anni, e Gianuario Pilo, 55 anni, tutti sassaresi. Nell'inchiesta sono coinvolti anche altri tre sassaresi, Giuseppe Piu, 21 anni, e Roberto Palopoli, 28 anni, per i quali è stata disposta la misura dell'obbligo di dimora, mentre un'altra persona è stata denunciata. L'autore materiale della rapina è risultato Vanali Pileri Raica, mentre i due finti clienti sono Franca e Santona. Le indagini hanno dimostrato che i tre fossero amici tra loro e con Moracini, coinvolto nella rapina per aver effettuato un sopralluogo in gioielleria e per aver indotto i tre a entrare in azione. Le indagini hanno consentito di fare luce su altri episodi accaduti in città in quel periodo, a iniziare dai due furti subiti dall'ex concessionaria Nissan di Predda Niedda il 10 e il 17 settembre 2013. Per il primo furto sono stati indagati Vanali Pileri Raica e Giuseppe Piu, mentre per il secondo è stato indagato anche Moracini, considerato la figura centrale dell'indagine. Nel secondo furto insieme ai tre sono coinvolti Marzia Mastino, fidanzata di Moracini, e Palopoli. Moracini e Mastino sono indagati anche per danneggiamento pluriaggravato perché nella notte del 24 settembre 2013 avrebbero appiccato il fuoco a un'auto parcheggiata nell'autorimessa di un condominio. Per questo episodio è indagato anche Pilo, imprenditore, mandante dell'attentato incendiario, che secondo il suo piano si sarebbe dovuto inserire in un più articolato programma di atti persecutori e diffamatori nei confronti di una donna. Durante l'esecuzione delle misure cautelari è stato accertato che Moracini ha illegalmente ceduto a un suo amico, le armi che deteneva legalmente, amico che è stato denunciato.
© Riproduzione riservata