Otto persone in moto venute dal Burkina Faso. Questo l'identikit dei rapitori del sacerdote italiano Pier Luigi Maccalli, stando a quanto affermato dal ministro portavoce del governo del Niger Zakaria Abdourahamane.

Le forze di sicurezza, ha precisato il ministro, "stanno setacciando la zona per trovare il missionario".

"Un attacco rapido e mirato, ben pianificato: i rapitori conoscevano i movimenti di padre Pierluigi e avevano già scelto lui come vittima", spiega padre Mauro Armanino, missionario della Sma (Società Missioni Africane) in Niger.

"Ieri sera - aggiunge - John (confratello indiano che vive nella stessa missione di padre Maccalli, ndr) è giunto visibilmente traumatizzato qui nella nostra casa regionale a Niamey: si trovava in una piccola abitazione a pochi metri da quella di padre Pierluigi e ha raccontato che i rapitori hanno semplicemente bussato alla porta, sequestrato il sacerdote e poi sono andati via sparando dei colpi in aria".

Padre Maccalli era rientrato sabato scorso da un periodo di riposo in Italia.

Secondo padre Armanino, tra i vari motivi del sequestro - oltre a una probabile richiesta di riscatto che ancora non è arrivata - c'è l'intento di spaventare le comunità cristiane in una delle pochissime aree del Niger in cui il cristianesimo è la fede di maggioranza. E a corroborare l'ipotesi c'è il fatto che un altro gruppetto di rapitori ha colpito poco dopo un'abitazione delle suore Francescane di Maria: loro sono riuscite a salvarsi, chi fuggendo, chi nascondendosi in casa.

"E proprio loro - spiega padre Armanino - hanno fornito informazioni importanti sui rapitori che mentre saccheggiavano la loro abitazione parlavano nella lingua dell'etnia peul", nome con cui in Niger vengono chiamati i fulani.

Padre Pierluigi Maccalli (Società Missioni Africane)
Padre Pierluigi Maccalli (Società Missioni Africane)
Padre Pierluigi Maccalli (Società Missioni Africane)

E molto probabilmente il missionario italiano è nelle loro mani: i fulani sono pastori islamisti dell'Africa Occidentale che hanno fatto migliaia di vittime in Nigeria, dove si sono resi protagonisti di numerosi attacchi contro i cristiani e - lo scorso aprile - dell'uccisione di due sacerdoti.

Secondo le autorità nigerine i rapitori non sono ancora riusciti a portare l'ostaggio in Burkina Faso, perché la frontiera è molto controllata. Ma il timore, spiega padre Armanino, è che riescano a raggiungere il Mali, dove hanno importanti appoggi.

"Quella che ha rapito Pierluigi è una piccola cellula, ma se riuscissero ad arrivare in Mali la situazione si aggraverebbe per il nostro confratello".

Il timore è che il rapimento possa protrarsi a lungo, come quello della religiosa colombiana Gloria Cecilia Narvaez Argoti, sequestrata a febbraio 2017 in Mali dai fulani e ancora oggi prigioniera.

Ansia anche alla Casa di Genova della Società Missioni Africane: "Maccalli faceva parte della nostra sezione. era in Niger da otto anni", spiega a L'Unione Sarda il responsabile, padre Luigino Frattin. "La Farnesina sta facendo il possibile, ci affidiamo agli inquirenti e manteniamo un basso profilo per non compromettere le indagini".

(Unioneonline/L)

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