Sono 39 le persone iscritte sul registro degli indagati a Palermo nell'ambito dell'inchiesta seguita dal sostituto procuratore Gery Ferrara in merito agli insulti e alle minacce rivolte al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella attraverso Facebook.

E tra i tanti messaggi c'è anche quello che recitava: "Hanno ucciso il fratello sbagliato", riferendosi all'omicido del fratello Piersanti, vittima della mafia nel 1980. E ancora: "Ti hanno ammazzato il fratello, non ti basta?".

Ora i titolari degli account rischiano il processo per attentato alla libertà del Presidente della Repubblica, offesa all'onore a e al prestigio del presidente della Repubblica, reati puniti fino a 15 anni di reclusione, e la Procura potrebbe anche chiedere il giudizio immediato.

I dati sono arrivati dalla Digos, che ha lavorato insieme alla Polizia postale, e riguardano in particolare le frasi scritte sul social a fine maggio, quando Mattarella aveva opposto il suo "no" al nome dell'economista cagliaritano Paolo Savona come possibile ministro dell'Economia nel nuovo governo.

(Unioneonline/s.s.)

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