"Non mi permetto di commentare una mamma che perde il figlio. Se il figlio non avesse accoltellato una, due, tre, quattro, cinque, sei volte una persona che sta facendo il suo lavoro oggi sarebbe vivo e vegeto su questa terra. Capisco il dolore della mamma però sono al fianco di chi indossa una divisa, che in questo caso ha fatto solo e soltanto il suo dovere".

Queste le parole del vicepremier Matteo Salvini, che oggi ha fatto visita a Paolo Petrella, l'agente che domenica scorsa è stato ferito a coltellate dal giovane ecuadoriano Jefferson Tomalà, ricoverato all'ospedale San Martino di Genova.

Il 20enne sudamericano - che doveva essere sottoposto a un Tso - è stato ucciso da un collega dell'agente nella sua abitazione.

Il ministro dell'Interno ha detto di aver portato all'agente "l'affetto di 60 milioni di italiani. A lui, alla moglie e alla figlia".

Ci sono state "cinque coltellate di cui due a pochi centimetri dal cuore, per cui è vivo grazie al buon Dio e grazie al collega che ha fatto l'unica cosa che poteva fare, difenderlo dall'assalto di quel ragazzo", ha detto ancora il leader della Lega.

"È chiaro che quando c'è una morte non è mai una buona notizia, però spero che torni presto con la sua famiglia", ha aggiunto il segretario del Carroccio.

"Ero disponibile a incontrare i parenti del defunto che hanno però fatto altre scelte, che non giudico. Non mi permetto di giudicare una mamma che ha perso il figlio, per una mamma che ha perso il figlio non posso che pregare", ha concluso.

Nei giorni scorsi Petrella aveva ricevuto la visita del capo della polizia Franco Gabrielli.

(Unioneonline/F)

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