Terremoto politico in Spagna.

Con 180 sì, 169 no e un'astensione, il Congresso dei deputati ha approvato (è la prima volta in 40 anni) la mozione di sfiducia presentata dal Partito socialista nei confronti del premier Mariano Rajoy, in carica dal 2011.

Prende il suo posto il leader del Psoe, Pedro Sanchez.

"Accetterò come democratico il risultato del voto - ha detto l'ormai ex premier - ma non posso condividere ciò che è stato fatto".

"È stato un onore essere primo ministro della Spagna e avere lasciato una Spagna migliore. Spero che il mio successore potrà dire la stessa cosa a suo tempo, glielo auguro per il bene di questo Paese".

"Oggi vince la democrazia: si apre una nuova pagina per la politica spagnola", le parole di Sanchez.

La mozione del leader del Partito Socialista ha ricevuto i voti dei parlamentari di Unidos Podemos e di altri gruppi minori e partiti regionali, come gli indipendentisti catalani del PdeCAT e di Esquerra Republicana. Decisivi, per la sfiducia a Rajoy, sono stati i voti dei cinque deputati del Partito nazionalista basco (Pn).

All'orizzonte, ora, ci sono le elezioni generali che il leader socialista ha promesso di convocare ma che non hanno ancora una data.

IL CASO GUERTEL - Il Psoe ha presentato la mozione di sfiducia all'indomani della sentenza della Audiencia nacional, tribunale nazionale con sede a Madrid, che ha inflitto in totale 351 anni di carcere a diversi membri del Partito popolare nell'ambito del maxi processo per corruzione, il "caso Guertel".

Stando a quanto emerso dalle carte, il Pp - non coinvolto direttamente - ha beneficiato di fondi ottenuti illegalmente, e dovrà restituire 245mila euro.

(Unioneonline/D)

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