La prima sezione penale del Tribunale di Cagliari ha condannato l'ex sindaco di Portoscuso Adriano Puddu a sei anni e quattro mesi di reclusione per induzione indebita.

Una pena più pesante di quella sollecitata dall'accusa: il pm Daniele Caria, coordinatore dell'inchiesta condotta dalla Guardia Forestale, aveva sollecitato una pena sei anni.

I giudici hanno inoltre disposto una provvisionale di 25mila euro in favore del Comune, parte civile.

L'inchiesta era partita da una presunta tangente incassata da Puddu per dare il via libera al progetto di un parco eolico su terreni gravati da usi civici, ma comprendeva anche una serie di presunti favori sessuali che Puddu avrebbe preteso da giovani donne in difficoltà economiche assistite dai servizi sociali del suo Comune in cambio di sostegno in denaro.

Il presunto erogatore della tangente, Carlo Lolliri, amministratore delegato della Portovesme Srl, era stato assolto dall'accusa di corruzione. Un verdetto che aveva portato il pm Caria a riformulare l'accusa nei confronti di Puddu in abuso d'ufficio.

I giudici hanno derubricato alcuni dei reati contestati a Puddu, due concussioni sessuali, una delle due violenze sessuali, lo sfruttamento della prostituzione e un caso di corruzione elettorale. Riqualificati tutti in indebita induzione, reato introdotto nel 2012 che smembra il reato di concussione e punisce soltanto la concussione per induzione nell'ambito della quale anche la vittima è responsabile del reato, sia pure con pena diminuita.

Assolto invece dalle accuse di concussione, corruzione e peculato.

Soddisfatto del verdetto l'avvocato di Parte civile Salvatore Casula nominato dal Comune di Portoscuso. Mentre in difensori, Ivano Iai e Giuseppe Andreozzi aspettano il deposito della motivazioni (tra 90 giorni) e decideranno se impugnare la sentenza.
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