A rchiviato il vertice Ue come un successo politico e personale di Conte (Standard & Poor's ha tagliato i valori epatic1 di Salvini a DDD+, meno del debito pubblico molisano) vediamo di orientarci fra alcuni termini tecnici che abbiamo sentito spesso in questi giorni.

“Condizionalità”: uno dei passaggi più delicati del compromesso. In cambio degli aiuti Rutte ha preteso che l'Italia privatizzi alcuni beni di lusso e/o superflui e l'Italia ha accettato per bocca di Di Maio, inserendo fra le Alpi Cozie e il neorealismo anche il condizionale («Tanto se lo usavamo non glielo lasciavo toccare»), oltre a verbi servili e perifrastica. Momenti di imbarazzo nelle ultime ore di trattativa quando Gentiloni si è appisolato su un sofà dopo una notte in bianco e un funzionario olandese ha cercato di tassarlo credendolo un trapassato remoto.

“Rebates”: antica espressione fiamminga entrata nel gergo della commissione Ue, letteralmente significa “di gomma”. Es: «Non vogliamo prestiti ma solo elargizioni a fondo perduto», «Eja, rebates».

“Sherpa”: discreto ma prezioso supporto tecnico per i leader al tavolo dei negoziati , è il parametro dell'autorevolezza di una delegazione. «Sbagliare sherpa - diceva Delors - è come perdere una guerra». Memorabile l'esordio di Conte al suo primo vertice Ue: pochette di seta cruda e sherpa di cachemire.

CELESTINO TABASSO
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