N on bastasse la paura di ammalarsi o di perdere il lavoro, nei giorni più duri della pandemia abbiamo dovuto sopportare molta gente che diceva scemenze, e lo faceva anche con una certa arietta supponente. A un certo punto non si poteva più dire che il povero Tizio o la povera Caia erano morti di virus che subito interveniva un Burioni fai-da-te: «Non facciamo terrorismo: sono morti “di” Covid o “con” Covid? Sai, le patologie pregresse...». Come se dopo un omicidio si chiedesse: ma è morto di piombo o con piombo? Sì, gli hanno sparato però aveva la gotta...

Ieri sono arrivati i dati: su 10 pazienti Covid morti in Italia, 9 sono stati uccisi dal virus. E i tromboni scandalizzati per la «maturità farsa che toglierà agli studenti il gusto dell'impegno»? Ieri sono arrivati i dati: i bocciati sono stati pochissimi, ma comunque più dell'anno scorso. E i fessi certi che la pandemia fosse «poco più di una banale influenza»? Ieri sono arrivati i dati (era giornata di dati, evidentemente): il Covid uccide 10 volte più dell'influenza.

Prima o poi i dati, quelli veri, arrivano sempre. Ma a forza di stare sulla riva del fiume ad aspettarli, mentre la stupidità cambia continuamente forma e argomento, alla fine moriremo di reumatismi. O con reumatismi, non si è mai capito bene.

CELESTINO TABASSO
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