I n altre occasioni, in questo spazio, abbiamo parlato dell'“annuncite”, vale a dire l'abitudine dei politici italiani di annunciare risultati che poi, allo stato dei fatti, si sono rivelati fasulli. Per restare nel nostro ambito, viene da pensare alla Sassari-Olbia, che i passati governi hanno inaugurato un paio di volte, nonostante i cantieri siano ancora fermi. Con il Mater Olbia stessa cosa: taglio del nastro con due anni di anticipo rispetto all'effettiva apertura. L'ex ministro Delrio ha comunicato in pompa magna che finalmente la famigerata Salerno-Reggio Calabria era sistemata e libera dai cantieri aperti quarant'anni fa. Balle. Quell'autostrada è ancora un percorso a ostacoli.

Ora all'“annuncite” si è aggiunta la febbre da smentita. Berlusconi è stato un maestro («sono stato frainteso», la frase classica dopo qualche scivolone verbale) ma Di Maio, in tempi recentissimi, non è stato da meno. Il 10 gennaio il Fatto Quotidiano aveva “sparato” in prima pagina: «Di Maio verso le dimissioni da capo politico del M5S». Lo staff del ministro aveva smentito: «Gravissime falsità». Mercoledì 22 gennaio Di Maio si è dimesso da capo politico grillino. Ma aveva smentito, eh!

IVAN PAONE
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