E letto il Parlamento, ora bisogna ripartire con l'azione politica determinata dai nuovi rapporti di forza all'interno dell'assemblea di Strasburgo e delle commissioni di Bruxelles. Il negoziato sul prossimo bilancio è fondamentale perché la ripartizione che ne emergerà sarà l'indicatore delle priorità politiche, sociali ed economiche dell'Unione nei prossimi sette anni.

La maggioranza degli elettori ha confermato il quadro precedente, seppure dovrà tenere conto delle spinte nazionaliste e sovraniste che alzeranno i toni della loro voce. Con l'Italia a trazione leghista che si trova nella complicata posizione di essere presente nella maggioranza europeista, ma con la Lega schierata nei banchi dell'opposizione. Su questo nodo nevralgico si sta concentrando il dibattito politico e si soffermano gli autorevoli opinionisti. Di certo saranno mesi caldi perché la discussione sul bilancio ha messo in luce la reale volontà degli Stati membri di procedere con l'integrazione europea, evidenziando però le diverse posizioni dei partiti vincitori del giro elettorale.

Alcuni come l'Italia chiedono risorse sufficienti per finanziare le nuove priorità (migranti, difesa e sicurezza) e quei settori che possano portare a un miglioramento della competitività europea nei confronti delle grandi superpotenze quali Usa, Russia e soprattutto Cina senza tagli a coesione e agricoltura. Anzi, mantenendo uguali le attuali risorse e prevedendo una maggiore flessibilità del bilancio Ue per essere usato nelle situazioni di emergenza. (...)

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