A desso che la stagione è avviata si cominciano a vedere i primi turisti arrivare in Sardegna. Partenza lenta, lentissima, con numeri che riportano a trent'anni fa. Giugno da cancellare, qualche ottimistica speranza di recuperare tra luglio e agosto, secondo le previsioni degli albergatori che vedono fermarsi le disdette e notano richieste per ripristinare le prenotazioni. E magari un fine estate a sorpresa.

Insomma, la partita del turismo è segnata drammaticamente dagli effetti del Covid-19, ma non è perduta del tutto anche se già si pensa al prossimo anno. Oggi si tratta di salvare il salvabile, perché molti operatori non apriranno o sono stati costretti a drastici tagli dell'attività e quindi del personale. Chi è in campo però cerca di difendersi bene. Nonostante il caos delle norme sanitarie, la paura di nuovi contagi e i trasporti che riprendono a scartamento ridotto. In più bisogna recuperare l'autogol iniziale della strategia del governatore Solinas pervicacemente convinto delle sue scelte che - assicura - alla fine pagheranno con l'immagine della Sardegna free-Covid-19, meta sicura e accogliente. Vedremo.

I ntanto si gioca questo tempo, qui e ora si decidono le sorti di buona parte della stagione. La tempestività è uno degli elementi determinanti.

Le indagini di mercato che abbiamo letto in questi giorni indicano alcune certezze: sarà un turismo per l'80 per cento nazionale e la vacanza avrà una durata media inferiore rispetto al trend registrato negli ultimi anni. Solo poco più di metà degli italiani andrà in ferie, con una riduzione del 23 per cento rispetto al 2019. Di conseguenze la torta da dividersi tra le varie regioni si è molto ristretta ed è subito scattata la guerra ad accaparrarsi ogni possibile turista.

Tra le certezze i sondaggi inseriscono la Sardegna ancora sul podio nella graduatoria delle mete preferite dai vacanzieri. Seconda dietro la Puglia che, dopo aver rapidamente chiuso la regione all'inizio del lockdown per evitare il rientro dalla Lombardia di migliaia di corregionali, è stata altrettanto celere a riaprire il 3 giugno. L'anno scorso sin da maggio le masserie del Salento erano già affollate. Il Covid ha frenato gli arrivi, ma tutti dicono che milanesi e settentrionali arriveranno presto in massa. Facile mettersi in auto e scendere al sud senza problemi di trasporti e certificazioni, dove troveranno un sistema di accoglienza collaudato e organizzato, prezzi bassi, qualità dei servizi e cibo eccellente.

La macchina promozionale sta girando a pieno ritmo per acchiappare sino all'ultimo vacanziere. I pugliesi sono levantini, intraprendenti, con la movida di Gallipoli hanno già strappato il turismo giovanile alla riviera romagnola ed oggi cercano di intercettare il flusso di chi deve decidersi proprio in questi giorni tra Sicilia, Calabria e Sardegna.

Tutto ciò avviene anche con qualche colpo basso. A metà maggio, giocando d'anticipo sulla Fase 3, un portale di viaggi ha lanciato un pacchetto completo, volo di andata e ritorno da Roma per Bari, soggiorno di tre giorni in un albergo della costa pugliese a un prezzo stracciato di 99 euro. Nella foto pubblicitaria del sito appariva una spiaggia meravigliosa con una torre sullo sfondo. Peccato che torre e spiaggia non siano di Bari-Puglia, ma di Bari Sardo-Ogliastra.

Concorrenza sleale, certo, e tuttavia non è un caso unico. Ai primi del mese era stato un tour operator greco a pubblicizzare l'isola di Creta con un'immagine della spiaggia di Maimoni dove risplendono il mare cristallino del Sinis e una distesa di quarzo bianco. Il popolo del web si è scatenato. Nei commenti, quasi seimila, tutti sottolineano l'incredibile svista. Ma svista non è perché il medesimo operatore nello scorso agosto pubblicizzava le spiagge greche sul web con le foto di Cala Mariolu (Baunei), Mari Ermi (Cabras) e Cala Coticcio a Caprera.

Se è vero, come è vero, che le nostre spiagge sono le più belle del Mediterraneo, non lasciamoci scippare questo impagabile richiamo promozionale che ci ha regalato la natura, offuscandolo con contrastanti e spesso incomprensibili messaggi burocratici-sanitari-politici. Alla lunga forse potrebbero pagare, ma oggi fanno preferire mete più raggiungibili, senza problemi per chi va in vacanza proprio per non averne. Con il sincero ringraziamento dei pugliesi e di tutti gli altri “competitors” nel mercato turistico.

CARLO FIGARI
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