Non accenna a placarsi la polemica tra la Germania e la Turchia. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha minacciato di vietare agli esponenti politici turchi la partecipazione ai comizi elettorali pro-Erdogan in Germania, in vista del referendum costituzionale del 16 aprile, dopo le recenti accuse di pratiche naziste rivolte alla Merkel stessa dal presidente turco.
Pena di morte in arrivo sul Bosforo. Il presidente turco Recep Erdogan ha dichiarato di aspettarsi che il Parlamento approvi il ripristino della pena di morte dopo il referendum del 16 aprile in cui la Turchia sarà chiamata a decidere sul passaggio dalla democrazia parlamentare al presidenzialismo. "Le famiglie dei martiri, degli eroi che si opposero al colpo di Stato del 15 luglio scorso non devono essere preoccupate".
Diversi account Twitter di aziende, giornali e organi istituzionali, sono stati attaccati da un gruppo di hacker filo-turchi. In poche ore sono stati pubblicati messaggi in favore del Paese della mezzaluna e contro la Germania e l'Olanda. L'offensiva è partita per le recenti tensioni diplomatiche fra il presidente turco e alcuni Stati europei.
Un "no" all'atterraggio del ministro degli Esteri turco in Olanda ha scatenato uno scontro aperto, dopo giorni di tensioni, tra la Turchia e i Paesi Bassi. In un serratissimo botta e risposta Ankara ha prima minacciato "pesanti sanzioni" se a Mevlut Cavusoglu non fosse stato permesso di partecipare a un comizio pro-Erdogan a Rotterdam. A questo è seguito il no all'atterraggio al capo della diplomazia turca da parte dell'Olanda.
Scintille fra Ankara e Berlino dopo lo stop delle autorità tedesche a due incontri organizzati dall'Unione dei Democratici Turchi Europei (Uetd) in Germania per sostenere il referendum costituzionale promosso dal presidente turco Recep Tayyp Erdogan, ai quali avrebbero dovuto partecipare anche due ministri turchi. Il governo tedesco ha detto di non avere nulla a che fare con la decisione delle autorità municipali.
Sono oltre 290 i chilometri di muro costruiti dalla Turchia al confine con la Siria, su un totale di 511. La barriera ha l'obiettivo - secondo le autorità di Ankara - di impedire infiltrazioni e attività di contrabbando e si estende lungo le province meridionali e sudorientali turche di Hatay, Kilis, Sanliurfa, Mardin, Sirnak e Gaziantep.