Pene “esemplari” che vanno da un minimo di 3 anni e 10 mesi fino a un massimo di 8 anni.

Sono quelle chieste dal pm di Sassari Maria Paola Asara nei confronti di 77 tifosi del Cagliari che il 25 marzo del 2017 devastarono il centro sassarese e la zona della stazione, causando anche diversi feriti.

In apertura di udienza davanti al gup le parti civili (il Comune di Sassari e le persone assalite) hanno accettato i risarcimenti in denaro proposti dagli imputati.

Poi la requisitoria de pm, che ha così ricostruito l’accaduto: gli ultras del Cagliari arrivarono a Sassari con tre autobus, al seguito della squadra di calcio che in serata aveva in programma un incontro amichevole a Sorso. I tifosi procedendo in corteo dalla fermata dei bus di via Padre Zirano fino alla stazione Ferroviaria in corso Vico, devastarono la città aggredendo i passanti, saccheggiando diverse attività commerciali e danneggiando arredi urbani e auto in sosta. Il raid degli ultras scatenò una guerriglia urbana contro i tifosi della Torres, accorsi nei pressi della Stazione, e contro le forze dell'ordine in schieramento antisommossa. Dopo diverse ore di scontri le forze dell'ordine riuscirono a confinare gli ultras all'interno della stazione ferroviaria e a farli risalire sui pullman.

Dopo le procedure di identificzione della Digos, per 64 di loro la Questura aveva adottato il provvedimento del Daspo, con l'allontanamento dalle manifestazioni sportive fino a sei anni. Ottantasette di loro sono a processo. Settantasette hanno scelto il giudizio abbreviato, la posizione di tre è stata stralciata, uno è deceduto e sei saranno giudicati con rito ordinario.

L’udienza è stata aggiornata a fine giugno, con la parola alla difesa.

(Unioneonline/l.f.)

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