Gli obiettivi sono stati delineati. Da adesso in poi, però, conteranno i fatti. L’Olbia targata SwissPro chiederà il ripescaggio in Serie C, per puntare – qualora l’istanza dovesse andare a buon fine – ai playoff.

Il Piano B è affrontare il campionato di Serie D per vincerlo e tornare subito tra i professionisti. Ma il Piano B, a Olbia, non piace a nessuno. A partire dalla nuova proprietà del club gallurese, che dopo la conferenza stampa di ieri, in cui ha chiarito per bocca soprattutto di Benno Räber il programma per il futuro – dalla ristrutturazione del debito emerso dopo un’approfondita analisi dei conti alla prossima stagione calcistica, fino alla costruzione del nuovo stadio, con tanto di progetto già pronto – non intende perdere tempo. Figuriamoci un intero anno tra i dilettanti.

Le prime mosse saranno quelle di iscrivere l’Olbia al campionato di Serie D, condizione base per chiedere il ripescaggio, e individuare il direttore sportivo che sceglierà l’allenatore per costruire insieme la squadra. “Che dovrà giocare un calcio moderno, più offensivista”, ha sottolineato ieri Räber. Stando così le cose, e a dispetto dell’apertura dell’avvocato svizzero nei confronti dei giocatori e dei membri dello staff tecnico, dell’Olbia dell’anno terminato con la retrocessione diretta dopo 8 stagioni consecutive di Serie C rimarrà ben poco.

E, forse, è anche giusto così: premesso che con la retrocessione i contratti in essere dopo il 30 giugno diventeranno carta straccia, troppe cose non sono andate negli ultimi 12 mesi. “Sono stati fatti degli errori e da questi si deve ripartire per programmare la nuova stagione”, dice Räber. La parola passa, ora, ai fatti.

 

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