Sembra una fata Romina Falconi. Così eterea, ironica, libera come una farfalla. Di certo unica nel panorama musicale italiano questa cantautrice romana di 37 anni che, racconta, si è sempre «sentita un po’ strana».  «E così – spiega – mi sono detta “faccio uscire strano anche quello che faccio”».

E quello che fa, o meglio, quello che sta facendo in questo periodo, è un meraviglioso progetto che nel 2023 sfocerà in un album nuovo di zecca, “Rottincuore”, una galleria di personaggi incattiviti, resi sbagliati, cuori infranti.

Ad anticiparlo è una serie di singoli accompagnati da “Rottocalco”, un libro che è la spiegazione della canzone. E se Rottocalco vol 1 è già uscito ad accompagnare “La suora” adesso “Rottocalco vol. 2” accompagna “Lupo Mannaro”. E Romina verrà a presentarli sabato 3 dicembre, in occasione del tour firmacopie, a Cagliari al Fico d’India alle 20.30.

«Sono felicissima. Venire in Sardegna è come andare al parco giochi. È casa mia e quando torno a Roma sono ingrassata di 2-3 chili. Quelli del Fico d’India sono amici da sempre, sono come la mia famiglia. E questa è un terra ospitale e accogliente».

Confessi Romina, questo per lei è davvero un momento magico.

«Sì e non l’avrei mai detto. Io sono indipendente e chiunque lo è si deve fare il mazzo. Certezze non ce ne sono ma diciamo che questo è un periodo storico in cui la nicchia, se così possiamo dire, è premiata. Quando ti scelgono, ti scelgono veramente».

“Rottocalco vol 1” era dedicato al tradimento e alla vendetta, il vol 2 invece ?

«È dedicato al vuoto, agli ululati nel vuoto. Alle volte che vorresti urlare ma poi l’urlo resta dentro di te. Ed è dedicato alla Positività tossica, essere positivi non è sinonimo di essere vincente. Ci deve essere un momento per elaborare le cose brutte della vita. E per finire è dedicato, alla Sindrome dell’Impostore, sentirsi sempre immeritevoli, come se avessi scippato alla nonna».

“Lupo Mannaro” come le è venuto in mente?

«È uno dei mostri che mi piace di più. Mi ha sempre incuriosito il fatto che per diventare mostro ha bisogno della luna».

In questo Vol 2 fa persino il processo a Dio.

«Mi sono inventata una ragazzina di 11 anni che si sveglia e fa il processo a Dio. Ognuno di noi almeno una volta nella vita si è fatto delle domande».

I Rottincuore chi sono?

«Sono i peccatori, le persone che stanno peccando nei confronti di loro stessi. Volevo fare una fotografia dell’essere umano nel momento che si sbaglia ma è convinto di avere ragione».

Sanremo e X Factor. Cosa le hanno lasciato?

«Sanremo delle cose bellissime. Ero una ragazzina che suonava nei pianobar e Baudo mi scelse. Ero come Cenerentola al ballo. Uno dei ricordi più belli della mia vita. X Factor invece è stata un’esperienza triste. Quando sono arrivata avevo già fatto Sanremo e un tour mondiale con Eros. Lì ti senti come un topo da laboratorio. Mi hanno rasato i capelli, vestito da uomo, e che ricordo posso avere? Diciamo che l’ho vissuto come mio padre ha vissuto il militare».

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