Fra i nomi d’assoluto prestigio nell’ultimo ventennio di cinema un posto speciale lo ricopre Darren Aronofski, regista statunitense di origine ebrea ricordato per la sua impronta psicologica e visionaria associata a temi molto delicati, come la droga o l’ossessione per il successo. Oltre ai meriti derivanti dal suo linguaggio espressivo, un altro aspetto che lo ha reso celebre è stato quello di aver riesumato vecchie star del passato, finite col tempo per cadere preda della dimenticanza. 

Ciò è avvenuto nel 2008 con “The Wrestler”, titolo crudo e straziante con protagonista un eccezionale Mikey Rourke. Vincitore del Leone d’Oro al Festival di Venezia e del Golden Globe per il miglior attore, il film ha consentito all’interprete di riapparire sotto i riflettori dopo molti anni di assenza, ritrovando la notorietà persa anche grazie alla partecipazione in “Sin City” di Frank Miller avvenuta poco tempo prima. 

Stessa fortunata sorte è capitata più di recente all’attore canadese Brendan Fraser, caduto vittima della blacklist di Hollywood per alcuni trascorsi oscuri legati agli abusi sul lavoro. Dopo l’acclamato successo riscosso quest’anno agli Oscar con “The Whale”, valendogli il premio per il miglior attore, Fraser può oggi dirsi nuovamente in corsa per una brillante carriera, tornando a pieno ritmo sui set cinematografici.

Non può dunque negarsi il talento che Aronofsky dimostra di saper adoperare nella scelta dei suoi protagonisti. Indipendentemente dalla loro visibilità o peso mediatico, questi vengono scelti con in mente - prima di tutto -  la finalità del progetto, allineandosi ad un tipo di cinema che di fatto si mantiene sempre fortemente autoriale. Vista inoltre la sua propensione per l’eccesso, non stupisce affatto che anche per la selezione del cast il regista non scenda affatto a compromessi. 

E a meno di un anno dal suo ultimo successo scopriamo di un nuovo ed interessantissimo titolo in cantiere: la casa di produzione A24 ha ingaggiato Aronofski per la realizzazione di un biopic incentrato sulla figura dell’imprenditore multimiliardario - e attualmente l’uomo più ricco del mondo - Elon Musk. La sceneggiatura si baserà sulla biografia autorizzata di Walter Isaacson, allo stesso modo di quanto avvenuto in passato con la biografia sul CEO di Apple Steve Jobs, che ha dettato le linee guida per “Steve Jobs”, titolo del 2015 di Danny Boyle con Michael Fassbender. Stando inoltre a quanto trapelato da Variety, pare ci sia stata un’accanita lotta fra gli studios e i registi nell’aggiudicarsi i diritti del libro.

Con una personalità tanto controversa come quella di Musk, dietro la guida di Aronofsky le aspettative per il film si collocano già piuttosto in alto. In fondo, i trascorsi professionali del manager parlano da soli: dall’ideazione nel 99 del servizio di pagamento digitale PayPal alla fondazione nel 2002 dell’azienda di veicoli spaziali “Space X”, cui è seguita l’assunzione nell’azienda automobilistica Tesla nel 2004 portandolo dopo la crisi del 2008 ad assumerne il ruolo di amministratore delegato.

Ad oggi, con l’acquisizione del social media “Twitter” avvenuta per l’impressionante cifra di 44 miliardi di dollari e poi riconvertita col nome di “X”, Musk ha attirato su di se anche molte polemiche e dissensi. Ciò per il licenziamento in tronco di moltissimi dipendenti dall’azienda appena acquistata, per alcune controverse dichiarazioni sul conflitto Russia – Ucraina e per il discutibile teatrino mediatico inscenato contro il CEO di “Meta” Mark Zuckerberg, che ancora adesso suscita fin troppo scalpore internettiano. Viste le premesse, non è perciò da escludere che le differenti facce del personaggio possano trovare una soddisfacente messa in luce con questo promettente titolo. E chissà, tra l’altro, che anche stavolta un vecchio volto del cinema finito disperso possa tornare in ballo per compiere il suo riscatto personale. 

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