Sono state superate le 500mila firme necessarie per indire il referendum per la legalizzazione dell’eutanasia. Lo fa sapere il Comitato promotore: 430mila firme sono state raccolte ai tavoli organizzati in giro per l’Italia, oltre 70mila online, cui vanno aggiunge anche quelle raccolte nei comuni.

“Nell'esprimere profonda gratitudine per le migliaia di volontarie e volontari che stanno dedicando parte delle proprie vacanze a fornire il servizio pubblico dell'esercizio del diritto al referendum, vogliamo sottolineare che la raccolta firme naturalmente prosegue con ancora maggiore forza, con l'obiettivo di raccogliere almeno 750.000 firme entro il 30 settembre in modo da mettere in sicurezza il risultato da ogni possibilità di errori nella raccolta, ritardi della Pubblica amministrazione e difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli", fa sapere il Comitato.

“Di fronte agli annunci di iniziative parlamentari e al proseguirsi della violazione dei diritti dei malati, già sanciti dalla sentenza della Consulta sul caso Cappato-Antoniani – prosegue la nota dei promotori – vogliamo precisare che il referendum è uno strumento legislativo per realizzare riforme con effetto vincolante, non è uno ‘stimolo’ al Parlamento affinché legiferi, né tantomeno un alibi per il Governo e le Regioni per continuare a violare impunemente la legge”.

La prima proposta di legge sull’eutanasia fu depositata 37 anni fa, a prima firma Loris Fortuna, ma ora sostengono i promotori “il referendum è l’unico strumento per abrogare la criminalizzazione del cosiddetto ‘omicidio del consenziente’ e rimuovere gli ostacoli alla legalizzazione dell’eutanasia anche con intervento attivo da parte del medico su richiesta del paziente, sul modello di Olanda, Belgio, Lussemburgo e Spagna, seguendo i principi già stabiliti anche dalla Corte costituzionale tedesca”.

Dura la condanna del Vaticano: "C'è la tentazione di una nuova forma di eugenetica: chi non nasce sano non deve nascere. E insieme con questo c'è una nuova concezione salutistica per la quale chi è nato e non è sano, deve morire. È l'eutanasia. Questa è una pericolosa insinuazione che avvelena la cultura", afferma monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita.

"Si sta man mano incuneando nella sensibilità della maggioranza una concezione vitalistica della vita, una concezione giovanilistica e salutistica in base alla quale tutto ciò che non corrisponde ad un certo benessere e ad una certa concezione di salute viene espulso".

(Unioneonline/L)

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