Sono due vertici casalinghi, quelli che si sono tenuti oggi, a decidere le strategie da attuare per la prossima formazione del Governo.

A Ivrea si sono riuniti i big del Movimento 5 Stelle, mentre ad Arcore si è svolto il summit tra i leader della coalizione di centrodestra.

I CINQUE STELLE - "Ma rilassatevi un po'", ha detto Beppe Grillo ai giornalisti uscendo dal summit tenutosi nella villa di Davide Casaleggio, che ha ospitato un pranzo cui ha partecipato anche Luigi Di Maio. "Succederà tutta una cosa meravigliosa. Siamo un Paese straordinario", ha continuato, con una battuta tra ironia e serietà, il fondatore del movimento.

Di Maio ha invece scritto su Facebook: "Vedo che la Lega ha promesso il cambiamento, ma preferisce tenersi stretto Berlusconi e condannarsi all'irrilevanza. Adesso per completare l'opera, consiglio a Salvini di chiedere l'incarico di Governo al Presidente Mattarella e di dimostrare come possa governare con il 37%. Da noi la grande ammucchiata non avrà un solo voto. Quando Salvini vorrà governare per il bene dell’Italia ci faccia uno squillo, gli diremo se saremo ancora disponibili a lavorare con lui al contratto di Governo".

IL CENTRODESTRA - Toni decisamente diversi per i tre esponenti del centrodestra, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, che affidano ad una nota ufficiale il resoconto dell'incontro di Arcore, rivendicando l'incarico della formazione del Governo: "Quasi il 40 percento degli italiani ha scelto di dare la propria fiducia ai partiti del centrodestra ai quali oggi spetta, indubbiamente, il compito di formare il governo".

Lo schieramento guidato da Salvini - aggiunge la nota - si opporrà a "governi nati da giochi di palazzo", qualora il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non dovesse nominare un esecutivo "rispettoso della volontà popolare espressa dai cittadini nelle elezioni dello scorso 4 marzo".

SALVINI - In serata, da Treviso, ha poi parlato Matteo Salvini: "Farò tutto quello che è umanamente e democraticamente possibile per dare un governo a questo Paese. Incontrerò tutti e ascolterò tutti, ma non mi vedrete mai seduto in un governo accanto a Renzi e Boschi. Noi non abbiamo paura di tornare a votare".

Sulla possibilità di incontrare Di Maio, il leader della Lega ha risposto: "Sì, è dovere per chi vince ascoltare, i numeri sono numeri, partendo da un progamma chiaro. Ma vado al governo solo se ho i numeri per tagliare le tasse, abolire la legge Fornero".

(Unioneonline/DC)

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