Mentre il tavolo regionale del campo largo cincischia sulla scelta del candidato governatore, Massimo Zedda si porta avanti e scende in campo per le Comunali di Cagliari. L’annuncio dovrebbe arrivare stasera, nell’incontro organizzato dal suo partito, i Progressisti, alle 18 e 15 in piazza Galilei: ieri il diretto interessato si è ben guardato dal confermare le voci di una sua candidatura per ritornare a fare il sindaco, ma lo stesso titolo dato all’assemblea pubblica – “Un programma, una guida per Cagliari – è rivelatore.

Le manovre

La cosa sorprende solo in parte: non è un mistero che molti, nel centrosinistra, da tempo pensassero a riportare in gioco Zedda per riconquistare il capoluogo, dopo averlo ceduto a Paolo Truzzu nel 2019. E lui stesso, di fronte a domande specifiche, nell’ultimo anno non aveva mai escluso l’ipotesi.

Ciò che stupisce in questo caso sono i tempi, perché l’annuncio di stasera arriva in anticipo, come detto, rispetto alla candidatura per le Regionali: che pure si terranno circa tre mesi prima delle amministrative. In realtà, lo stallo in cui sembra invischiata l’alleanza a guida Pd-M5S è probabilmente una causa dell’accelerazione su Cagliari pianificata dai Progressisti. Questi ultimi infatti avevano inutilmente chiesto che al tavolo si decidessero le candidature per tutte le tre grandi elezioni del 2024: la Regione e i Comuni di Cagliari e Sassari. Proprio Zedda aveva parlato di «un attacco con tre punte» da comporre in maniera organica, perché «non si può ragionare sui problemi dell’Isola senza pensare alle sue due aree metropolitane».

L’attesa delusa

Quella richiesta è caduta nel vuoto, così come quella di scegliere il candidato governatore con le primarie. E i Progressisti non sembrano convinti dal nome di Alessandra Todde, che il Movimento 5Stelle si prepara a indicare ufficialmente al tavolo della coalizione. In questo quadro, lo scatto in avanti su Cagliari serve forse anche a ricordare che il partito di Zedda, Francesca Ghirra, Francesco Agus e compagni non avrà magari percentuali enormi, ma senza di loro è impossibile vincere nel capoluogo. E chi va male lì difficilmente vince le Regionali.

Per carità, per ora non si può parlare di una minaccia di scissione dal campo largo. Ma la novità può suscitare qualche riflessione. Anche perché alle Comunali si vota col doppio turno, e la storia di Graziano Milia a Quartu insegna che può farcela anche un candidato non benedetto dalle segreterie dei grandi partiti. Tra Pd e alleati, ieri le prime reazioni non ufficiali alle anticipazioni sulla mossa di Zedda erano all’insegna dello stupore e dell’irritazione. Insomma, la cosa rimbalzerà in modo pesante sul tavolo regionale.

«Non sarà una candidatura contro tutto e tutti», precisano comunque alcune voci vicine all’ex sindaco. Tradotto, Zedda stasera dovrebbe porre la questione in termini di «disponibilità». Non intende affermare che sarà comunque in campo per il Comune nel 2024, ma che è pronto a tornare nell’ufficio con vista su via Roma che fu suo tra il 2011 e il 2019. Se poi ci fossero altri pretendenti nella coalizione, accetterebbe di sottoporsi alle primarie: del resto la sua avventura a Cagliari nacque proprio così, vincendo a sorpresa il confronto con un avversario fortissimo, l’ex senatore del Pd Antonello Cabras. È chiaro però che la presenza di un nome come quello di Zedda avrà un peso notevole: per negargli la candidatura, il Pd e gli altri alleati dovrebbero contrapporre ipotesi altrettanto autorevoli. Non è impossibile, ma neppure facile.

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