Parte oggi alle 9.30 a Montecitorio il cantiere sul programma, prima tappa lungo la strada per arrivare al Conte ter.

Roberto Fico ha convocato un tavolo tecnico cui parteciperanno una ventina di persone, i capigruppo più un eventuale tecnico per partito, riunite nella sala della Lupa di Montecitorio. "Dagli incontri con le forze politiche è emersa la disponibilità comune a procedere su un confronto su temi e punti programmatici per raggiungere una sintesi", ha detto il presidente della Camera al termine delle consultazioni.

Al tavolo parteciperanno Delrio e Marcucci per il Pd, Boschi e Faraone per Italia Viva, Fornaro e De Petris per LeU, Licheri e Crippa per il Movimento 5 Stelle.

Chi, come Renzi, lo chiama documento scritto, chi - Pd e 5S - patto di fine legislatura. E' una riedizione del contratto gialloverde che ha dato il via al primo governo Conte.

Sarà ancora il premier uscente il garante del contratto? Il clima di incertezza resta: tutti hanno indicato Conte come presidente del Consiglio (non solo Pd, M5S e Leu, anche il Maie, il gruppo delle Autonomie e i centristi di Tabacci), ma Renzi ancora non ha dato il via libera. E, a quanto si apprende, non intende fare nomi nemmeno al tavolo. Incognite anche sui ministeri (Scuola, Giustizia e Trasporti nel mirino, Renzi vorrebbe fuori dal Mef Gualtieri ma "non si tocca", ha lasciato trapelare il Quirinale e ha detto anche Confindustria). Nel mirino del leader di Italia Viva anche il commissario per l'Emergenza Domenico Arcuri.

I TEMI - Prima dei nomi, il programma, diverse le mine da evitare. A partire dal Mes, che per Renzi "non è più un prendere o lasciare". Crimi ha chiesto che "venga accantonato" come tutti i temi divisivi. Italia Viva lo vuole porre ma non ci saranno aut aut.

Altri temi: le infrastrutture, la riforma della giustizia, che anche il Pd ha nel programma, ma c'è l'incognita M5S. Il Recovery, tutt'altro che accantonato: "Non va ancora bene", ha detto Renzi ai suoi. Ancora: la campagna di vaccinazione, la scuola, che Renzi vuole riaprire subito, anche se va precisato che - Sicilia a parte - oggi riapre in tutta Italia, con le superiori al 50% o 75% in presenza.

Infine, il reddito di cittadinanza. Italia Viva vorrebbe abolirlo. Ma "se pensano che noi passiamo i prossimi due anni a smontare il reddito di cittadinanza non hanno capito", fa sapere il Movimento 5 Stelle.

E proprio nel Movimento resta l'ombra del dissenso legata all'ala di Di Battista, pronto a lasciare in caso di nuovo accordo con Renzi. Quanti parlamentari lo seguiranno?

(Unioneonline/L)
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