Usa-Ucraina: la cooperazione economica può fermare il conflitto?
L’Unione Europea, dal canto suo, resta parte terza e non protagonista rispetto all’intesa bilateralePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nei giorni scorsi, stando a quanto annunciato dagli organi di stampa, Donald Trump e Volodymyr Zelensky, rispettivamente Presidenti degli Stati Uniti d’America il primo e dell’Ucraina il secondo, sembrerebbero aver raggiunto un accordo di cooperazione economica utile anche ad essere considerato, nell’intendimento dei sottoscrittori, e quindi a rilevare, in una prospettiva di sostegno per la sicurezza del Paese.
Nulla quaestio, evidentemente, trattandosi di un accordo bilaterale potenzialmente vincolante le sole parti contraenti e solo quelle stando a quanto sarebbe dato apprendersi: del resto, quale fosse l’obiettivo di Washington sembrerebbe essersi sempre saputo, né lo stesso Donald Trump parrebbe averne mai fatto mistero. Più precisamente, se a Kiev sarà consentito di conservare il controllo tanto del sottosuolo quanto quello delle risorse naturali, agli Stati Uniti d’America sarà garantito un diritto di prelazione sui diritti di estrazione mineraria in Ucraina. Non sembrerebbe conoscersi, allo stato, e il condizionale appare doveroso, quale porzione di suolo Ucraino risulterebbe interessato dalla intesa. Con ogni eventuale conseguenza sull’effettiva consistenza ed efficacia dell’intesa stessa. Peraltro, a fungere da interessante contrappeso alla trattativa/intesa, ci sarebbero le condizioni indicate di seguito: per un verso, sempre a quanto sarebbe dato apprendersi, il diniego rispetto ad ogni ipotesi di ingresso di Kiev nella Nato, siccome la sola “insistenza” sul piano economico degli Stati Uniti d’America in loco costituirebbe un indubbio deterrente per evitare, nel futuro prossimo e venturo, nuove aggressioni da parte della Russia di Vladimir Putin, rimasto estraneo all’accordo; per altro verso, la costituzione di un Fondo di investimento per la Ricostruzione gestito in maniera congiunta. Ma, se tale appare la consistenza del rinvenuto accordo, allora, sembrerebbe che lo stesso lasci allo stato del tutto indefinite le più spinose questioni di carattere politico e militare. Se si possa definire il tutto nei termini stretti della realpolitik lo dirà il tempo, se solo ci si soffermi a considerare che proprio il fattore tempo ha reso piuttosto difficoltosa per Kiev la riconquista della Crimea e del Donbass.
L’Unione Europea, dal canto suo, resta parte terza e non protagonista rispetto all’intesa bilaterale, comunque in qualche maniera indefinita a volerla considerare nel contesto bellico, siccome, all’analisi empirica dell’intera vicenda, non sembrerebbero essersi rilevati significativi ed indiscussi passi avanti sul fronte maggiormente significativo, ossia quello bellico, che possano dirsi come derivanti dalla intervenuta mediazione di Donald Trump il quale, stando agli annunci iniziali di re - insediamento alla Casa Bianca, avrebbe dovuto realizzare la cessazione del conflitto nel brevissimo termine. Al netto di ogni considerazione sul valore potenziale e ideale di quella intesa, i cui riflessi saranno da valutarsi solo con il trascorrere del tempo considerato il contesto bellico all’interno del quale sembrerebbe essere intervenuta, l’obiettivo reale e davvero apprezzabile del cosiddetto “cessate il fuoco” parrebbe apparire (il condizionale è doveroso) allo stato assai lontano: le posizioni del Cremlino e di Kiev parrebbero presentarsi ancora fortemente contrapposte se solo si voglia considerare che la Russia di Vladimir Putin, intenderebbe, forse, impegnarsi nella prospettiva di un accordo durevole nel tempo e comprensivo del riconoscimento dei territori occupati e della neutralità futura dell’Ucraina. Se tale appare lo scenario, probabilmente si dovrebbe considerare che l’intervenuto accordo potrebbe non rilevare sul piano della mitigazione del conflitto rispetto al quale, solo le parti effettivamente coinvolte, sedute ad un tavolo di confronto per la pace, sapranno dirimere le ragioni del conflitto.
Giuseppina Di Salvatore – Avvocato, Nuoro