La Cina respinge le accuse sei servizi segreti britannici, secondo cui una spia cinese si sarebbe infiltrata nel parlamento di Londra per interferire nella politica del Regno Unito, affermando che "gli individui potrebbero aver guardato troppi film di 007 e creato troppe associazioni non necessarie".

Il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin ha obiettato che "è molto irresponsabile fare osservazioni false e allarmistiche basate su presupposti soggettivi. La Cina spera che i funzionari britannici competenti non facciano osservazioni senza basi fattuali, per non parlare della 'teoria della minaccia cinese' per ulteriori scopi politici". 

LA VICENDA – Un avviso diffuso dal servizio di controspionaggio interno britannico ha fatto il nome di Christine Ching Kui Lee, che avrebbe "stabilito legami" per conto del Partito comunista cinese (Pcc) con deputati e aspiranti tali, secondo il sito della Bbc, con il compito di "facilitare" donazioni a politici.

In risposta, Wang ha ribadito che la Cina ha sempre aderito "al principio di non interferenza negli affari interni di altri Paesi" e che Pechino "non ha bisogno e non si impegnerà nelle cosiddette attività di interferenza".

Secondo le informazioni pubbliche, Lee è fondatrice e presidente del "Progetto di partecipazione politica cinese" britannico con lo scopo "di aumentare la consapevolezza dei cittadini cinesi, incoraggiare i cinesi a partecipare attivamente alla politica, garantire che le voci dei cinesi siano apprezzate dalla società britannica e rendere la politica una parte della vita sociale cinese". 

(Unioneonline/v.l.)

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