Russia-Ucraina, le trattative: punctum dolens o discrimen (punto di svolta)?
Putin si è detto disponibile a negoziare per mettere fine al conflitto. Gli scenari possibiliPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Putin, da ultimo, e stando a quanto hanno riportato dalle Agenzie di Stampa, si sarebbe reso disponibile nel voler mettere fine al conflitto e, nel contesto, avrebbe sottolineato la disponibilità della Slovacchia nel dichiararsi pronta ad offrire una piattaforma negoziale per i colloqui tra Russia e Ucraina.
Il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby, dal canto suo, e tuttavia, sembrerebbe aver affermato che le parole di Vladimir Putin sulle trattative di pace, in buona sostanza, non andrebbero prese sul serio, siccome, il leader del Cremlino, non sarebbe da prendere seriamente quando si discuta di una qualsivoglia potenziale soluzione. Eppure, parrebbe proprio che la Russia, in particolare, intenda porre fine al conflitto, e non invece congelarlo.
Ma perché dubitare dell’intenzionalità del leader del Cremlino? Cosa sembrerebbe non convincere il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale? Quali sarebbero gli elementi utili, allo stato attuale, per desumere la non attendibilità di Vladimir Putin allorquando si discorra di cessazione del conflitto? Perché non aderire alla manifestata disponibilità della Slovacchia nell’offrire la cosiddetta piattaforma negoziale? Nella situazione data, può considerarsi utile il non prendere in considerazione l’iniziativa? Quale alternativa? Soprattutto, allorquando si voglia considerare che da una eventuale tregua, o meglio ancora cessazione, del conflitto, la Russia avrebbe, probabilmente, solo da trarne vantaggio se ciò che dovesse preoccupare Vladimir Putin fosse un reale, seppur complesso sul piano strategico-logistico, allargamento della Nato sul versante ucraino. E ancor di più allorquando, sia nota ai più l’abilità strategica del leader del Cremlino il quale, potrebbe ben apprezzare l’inclinazione alla mediazione e alla trattativa di Donald Trump che, dal canto suo, avrebbe tutto da guadagnare nell’avviare la propria Presidenza sotto l’egida della Pace ritrovata.
Il nocciolo della questione, peraltro, potrebbe financo essere un altro ancora, se si volesse riflettere sulla circostanza che la questione “pace”, in sé e per se considerata, parrebbe doversi decidere, tanto nelle strategie, quanto, ed ancor prima, nel “se”, unicamente oltre oceano.
Quale ruolo avrebbe, nella situazione così venutasi a delineare, l’Unione Europea? Finora si è sempre detto che l’Ucraina segnerebbe il confine europeo, che anzi si vorrebbe accoglierla in Europa, e pertanto, logica vorrebbe (il condizionale è sempre doveroso), che il principale interlocutore di Pace con la Russia di Vladimir Putin fosse proprio l’Unione Europea, magari affiancata, per così dire, ad adiuvandum, dagli Stati Uniti d’America.
Tanto sarebbe da attendersi dall’Unione la quale, sullo scacchiere geopolitico internazionale in continuo divenire, dovrebbe riuscire a ritagliarsi uno spazio di interesse tale da porsi, nella sostanza, quale crocevia tra due Mondi. Ciò che la renderebbe decisamente forte tanto nei rapporti con gli Stati Uniti, quanto nei rapporti con Russia e Cina ponendosi di fatto quale proverbiale ago della bilancia.
Del resto da qualche tempo, e da più parti, sembrerebbe sottolinearsi la necessità, da parte dell’Unione Europea, di definire, e per così dire, i propri obiettivi rispetto alle proprie potenzialità concrete, tenuto conto dei repentini cambiamenti geopolitici in corso. Ciò che allo stato sembrerebbe a tutt’oggi mancare, è proprio una omogeneità/uniformità di pensiero che invece sarebbe elemento essenziale, soprattutto allorquando, oggi più di ieri, sia di primaria, se non proprio di vitale importanza, definire con chiarezza quali siano i reali competitor prima ancora che i potenziali alleati: Bruxelles, oggi, alla attualità, sembrerebbe doverosamente essere chiamata a tanto, e dovrebbe, quanto prima, offrire risposte in tal senso se volesse, come sarebbe auspicabile, essere vera e reale interlocutrice di Pace.
Giuseppina Di Salvatore