Ai mondiali Qatar 2022 la fascia “One love” diventa un caso. Simbolo forte di inclusività e di  difesa dei diritti della comunità LGBT+, l’intenzione di indossarla era considerata una presa di posizione contro gli stereotipi e la criminalizzazione dell’omosessualità nel paese arabo

Ma il rischio di sanzioni ha portato diverse nazionali a rinunciare a far scendere in campo i propri capitani con il simbolo pro-diritti.

È stata l'Inghilterra a ufficializzare per prima che i giocatori potrebbero incappare in un'ammonizione da parte degli arbitri. Di qui la retromarcia delle nazionali.

Si tratta di 7 squadre: l'Inghilterra stessa, il Galles, il Belgio, la Danimarca, la Germania, l'Olanda e la Svizzera. La Francia aveva invece annunciato la sua rinuncia prima di arrivare in Qatar. 

Mark Bullingham, ceo della Football Association, ha confermato che «la Fifa ha fatto sapere che chi indossa quella fasce potrebbe incorrere in sanzioni sportive», dunque un’ammonizione. Per regolamento, in campo è vietata la manifestazione chiara ed evidente di qualsiasi presa di posizione politica, in un senso o nell'altro: le trasgressioni erano finora punite con una multa, ora, come detto, i calciatori rischiano sanzioni in campo. 

«Siamo a favore dei diritti Lgbt – sostiene una nota Fifa – e sosteniamo la campagna One Love. Ma i capitani devono vestire la fascia fornita dalla Fifa, ma abbiamo deciso di anticipare al primo turno la campagna No Discrimination prevista per i quarti».

Intanto fonti qatariote hanno fatto sapere al Guardian che ogni decisione in merito alle fasce pro Lgbt provengono dalla Fifa, e non hanno nulla a che vedere con il governo locale.

Il caso delle fasce arriva dopo altre contestazioni che hanno scosso i mondiali sul nascere. Al centro delle polemiche ci sono le inchieste sullo sfruttamento dei lavoratori, il bavaglio ai media, l’utilizzo di tecnologie per la sorveglianza di massa e il divieto del consumo di birra negli stadi.

(Unioneonline/v.f.)

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