Non c'è misericordia senza correzione: parte da questo principio la riforma della disciplina penale in Vaticano che ha portato alla riscrittura di un intero libro, il VI, del Codice di Diritto Canonico. Tra nuovi reati e sanzioni aggiuntive, arriva di fatto una stretta contro coloro che violano le regole. Il Papa, con la Costituzione Apostolica Pascite Gregem Dei, sottolinea che la riforma risponde a una "concreta e irrinunciabile esigenza di carità non solo nei confronti della Chiesa, della comunità cristiana e delle eventuali vittime, ma anche nei confronti di chi ha commesso un delitto, che ha bisogno all'un tempo della misericordia che della correzione".

La riforma entrerà in vigore l'8 dicembre 2021.

È stato soprattutto lo scandalo pedofilia ad accelerare il giro di vite per fare in modo che la macchina della giustizia possa funzionare.

Gli abusi vengono codificati tra i delitti contro la dignità della persona e riguardano non solo le violenze contro i minori ma anche contro gli adulti vulnerabili.

Saranno perseguibili per questo anche i laici che occupano posizioni di rilievo nella Chiesa.

Entra nel Codice di diritto canonico il reato per l'ordinazione delle donne che era in una legge speciale.

Arrivano nuove pene che toccheranno non solo la vita spirituale ma anche quella materiale con la sospensione di stipendi e pensioni.

Il principio della presunzione di innocenza viene rimarcato. "Il Codice stabilisce il richiamo ad un diritto naturale, la presunzione d'innocenza è uno dei diritti umani e vige anche quando il principio non viene esplicitato", ha spiegato il presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi, monsignor Filippo Iannone, rispondendo a chi chiedeva se si possa parlare di presunzione di innocenza anche nel caso del cardinale Angelo Becciu, nei confronti del quale sono state assunte alcune decisioni prima ancora che si sia svolto un processo.

Rimanda alla stretta attualità anche la norma che punisce chi impartisce un sacramento a una persona che non lo può ricevere. Ma "è necessario un atto giuridico nel quale si indica che la persona ha ricevuto una proibizione a ricevere i sacramenti", dice il segretario dello stesso Pontificio Consiglio, monsignor Juan Ignacio Arrieta, rispondendo a chi chiedeva se dare la Comunione a un politico che non si adoperi contro l'aborto sia un reato. Una questione che rimanda al caso del Presidente americano Joe Biden, sollevato dai vescovi americani ma frenato dallo stesso Vaticano.

Arrivano nel Codice fattispecie nuove, come ad esempio la violazione del segreto pontificio; l'omissione dell'obbligo di eseguire una sentenza o decreto penale; l'omissione dell'obbligo di dare notizia della commissione di un reato; l'abbandono illegittimo del ministero.

"In modo particolare - ha spiegato ancora monsignor Arrieta - sono stati tipizzati reati di tipo patrimoniale come l'alienazione di beni ecclesiastici senza le prescritte consultazioni; o i reati patrimoniali commessi per grave colpa o grave negligenza nell'amministrazione".

Resta la scomunica per chi procura l'aborto. Condanne infine per chi bestemmia, registra le confessioni, o fa un uso inappropriato delle elemosine raccolte a Messa. Come pure restano i reati legati alla violazione del sesto comandamento: "Non commettere atti impuri". 

(Unioneonline/F)

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