Si registra la prima vittima a Cuba nel pieno dell’ondata di manifestazioni anti-governative. 

A perdere le vita, fanno sapere le autorità, un uomo di 36 anni alla periferia dell’Avana. Anche lui aveva preso parte alle proteste.

La situazione è sempre più drammatica, la tensione non accenna a placarsi. Migliaia le persone in strada in tutte le città principali dell’Isola: protestano contro il governo e contro una crisi economica divenuta intollerabile per gran parte della popolazione, acuita dalle sanzioni dell’Occidente.

Il regime mostra il pugno duro: arrestati decine di attivisti politici e giornalisti, anche una reporter del quotidiano spagnolo Abc. “Siamo al limite della sopportazione”, ripete la gente, constretta a ore di fila per acquistare cibo e medicine.

Il governo presieduto da Miguel Diaz Canel punta il dito contro gli Usa, accusati di voler provocare disordini sociali e di essere dietro alle manifestazioni, ma il partito comunista teme che la situazione possa sfuggire di mano. Per questo nella riunione dell’Ufficio politico del Comitato centrale del partito si è rivisto anche Raul Castro, 90 anni, punto di riferimento del regime.  Dalla riunione è scaturito un nuovo appello a difendere la rivoluzione e a combattere i tentativi di destabilizzare il Paese.

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken definisce un “grave errore interpretare le proteste come il prodotto di qualcosa che hanno fatto gli Usa, L’Avana ignora le voci e la volontà del popolo cubano, stanco di una repressione che dura da troppo tempo”.

Ma il fronte dei Paesi latinoamericani è quasi compatto a sostegno di Cuba: Messico, Argentina, Bolivia e Venezuela parlano di “attacco straniero” nei confronti dell’Isola e chiedono l’immediata fine dell’embargo e delle sanzioni che – unite alla crisi provocata dalla pandemia – stanno strozzando il Paese.

Gli Stati Uniti intanto hanno fatto sapere che non permetteranno di entrare sul territorio nazionale i cubani e gli haitiani che fuggiranno via mare dai loro Paesi.

Lo ha detto il ministro degli Interni Usa Alejandro Mayorkas, di origine cubana: ha invitato cubani e haitiani a non avventurarsi in mare, soprattutto in questo periodo di uragani che rende il mare più pericoloso. 

(Unioneonline/L)

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