Il regime di detenzione di Ilaria Salis «è stato in parte limitato, adesso può intrattenere regolari colloqui con i familiari tramite Skype». Dopo l’ultima visita consolare del 13 dicembre scorso «sono state mitigate nei limiti del possibile le restrizioni di questa detenzione severa».

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio al question time al Senato interviene sulla vicenda di Ilaria Salis, l’insegnante sarda residente a Milano che è detenuta da quasi un anno in un carcere di massima sicurezza a Budapest con l’accusa di aver aggredito due neonazisti, che hanno riportato lesioni guaribili in pochi giorni, durante il Giorno dell'onore a cui prendono parte i sostenitori dell'ideologia hitleriana.

«Partecipiamo con grandissimo interesse e con grandissima attenzione al dolore dei familiari e posso assicurare che faremo di tutto nel rispetto delle regole e delle prerogative della giurisdizione nazionale e internazionale per mitigare la situazione di questa persona e affievolirla», ha detto Nordio, rivendicando quanto già fatto e ricordando che alla prossima udienza del processo, il 29 gennaio, «è prevista la presenza di rappresentanti dell’ambasciata».

«Ci associamo alla preoccupazione e al dolore dal punto di vista umano del padre, che vede la figlia ristretta in carcere - ha aggiunto Nordio -. Il governo italiano, attraverso i suoi rappresentanti, ha fatto di tutto per mitigare questa situazione alla prima udienza davanti all'autorità giudiziaria, presentata anche da un funzionario dell'ambasciata che si è interfacciato con il legale della ragazza. Il regime di detenzione è stato in parte limitato, nel senso che adesso può intrattenere regolari colloqui con i familiari attraverso Skype. L'ultima visita consolare è stata tenuta il 13 dicembre e sono stati così mitigate nei limiti del possibile le restrizioni di questa carcerazione severa».

(Unioneonline/L)

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