La Commissione europea contro l'Ungheria, dopo il mancato passo indietro sulla legge anti-Lgbtq.

Le spiegazioni di Budapest a Bruxelles non sarebbero state considerate soddisfacenti, e salvo sorprendenti cambiamenti di rotta da parte del governo guidato dal premier Viktor Orban, che ha già dichiarato di non voler ritirare la norma (già approvata dal Parlamento), l'apertura di una procedura di infrazione sembra ormai inevitabile.

"Non siamo ancora nella fase in cui possiamo dire che una lettera di infrazione è stata inviata ma non resteremo a lungo senza agire. Una lettera di messa in mora richiede tempo, e faremo annunci quando sarà il momento", ha dichiarato la portavoce della Commissione europea, Dana Spinant.

"La Commissione europea userà tutto ciò che è in suo potere per garantire che i diritti di tutti i cittadini dell'Ue siano garantiti. Non esiteremo ad agire, in qualità di guardiani dei Trattati", ha aggiunto il portavoce dell'Esecutivo comunitario per lo stato di diritto, Christian Wiegand.

COSA PREVEDE LA LEGGE – Il testo è stato approvato con 157 voti a favore dall’Assemblea nazionale ungherese, con l’opposizione che ha lasciato l’aula al momento del voto in segno di protesta.

Al centro delle polemiche la norma secondo la quale “è vietato mettere a disposizione dei minori un contenuto che presenta qualsiasi rappresentazione della sessualità fine a se stessa, qualsiasi deviazione dall'identità corrispondente al proprio sesso assegnato alla nascita, cambio di sesso o promozione dell’omosessualità”.

La disposizione implica, di fatto, un divieto per ogni cittadino maggiorenne di presentare a un under 18 i temi legati all’amore diverso da quello tra un uomo e una donna.

(Unioneonline/F)

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