Le immagini del suo salvataggio avevano fatto il giro del mondo nel pieno della crisi afghana. Per quella bambina, Liya, che un mese e mezzo fa aveva solo 16 giorni, si sono aperte le porte di una nuova vita. 

Quel 19 agosto suo padre, da tempo all’aeroporto di Kabul per aiutare i marine nelle evacuazioni dopo la decisione del ritiro dall’Afghanistan, nella calca della folla che provava a scappare dal Paese, ha chiesto a un marine in piedi su un veicolo di aiutare a portare la bambina in salvo, facendole superare il filo spinato.

“Sapevo che non ce l'avrebbe mai fatta. Sarebbe morta schiacciata, Dio non voglia, o gravemente ferita", ha raccontato papà Hameed.

All’aeroporto c’era anche la mamma della piccola, Sadia, che nella calca ha avuto un malore. Hameed si è occupato anche di lei, poi è tornato al lavoro con le evacuazioni. 

Successivamente la famiglia è stata messa su un volo diretto negli Stati Uniti con altri rifugiati. Ora vivono a Phoenix, in Arizona. Hameed è felice ma ha un solo desiderio: incontrare quel marine che ha salvato la vita della sua bambina.

(Unioneonline/D)

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