La totale eliminazione delle restrizioni anti-Covid nel Regno Unito – prevista per lunedì – è una scelta "pericolosa e immorale" per tutto il mondo.

Lo sostengono 1.200 scienziati, che hanno attaccato la decisione del premier britannico. 

Specialisti e consulenti governativi di diversi Paesi si sono riuniti oggi in un meeting virtuale e hanno firmato una lettera della rivista medica “Lancet” che definisce lo stop alle misure anti-coronavirus (tra cui lo stop all'uso obbligatorio della mascherina e al distanziamento sociale) "pericoloso e prematuro".

Christina Pagel, direttrice dell'unità di ricerca operativa clinica dello University College di Londra, sostiene che "a causa della posizione di hub globale, qualsiasi variante che diventa dominante nel Regno Unito probabilmente si diffonderà nel resto del mondo", come sta già avvenendo per quella Delta.

Michael Baker, professore di sanità pubblica e tra i consulenti del ministero della Salute della Nuova Zelanda, si è detto "stupito" dai piani del governo britannico, orientati verso il ritorno a un "approccio di immunità di gregge", definito "completamente inaccettabile", perché questa strategia è "fallita miseramente in tutto il mondo".

Secondo il virologo statunitense William Haseltine, il mondo ha "sempre guardato al Regno Unito per politiche importanti", mentre "purtroppo non è stato così per la pandemia di Covid" e ha definito "omicide" le cosiddette strategie basate sull’immunità di gregge.

Dello stesso parere anche Jose Martin-Moreno, professore di Sanità pubblica all'Università di Valencia: "Non capiamo perché ciò stia accadendo nonostante le conoscenze di cui il Regno Unito è in possesso", ha affermato, temendo che altri Paesi possano iniziare a "imitare" le politiche britanniche, "se rimuoviamo gli strumenti che contengono la trasmissione, andrà così".

(Unioneonline/F)

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