Nonostante le proteste dei seguaci di Navalny, gli attacchi alle zone confinanti con l’Ucraina e un allarme droni sugli aeroporti di Mosca, Vladimir Putin ha portato a casa senza incidenti di rilievo la maratona elettorale che lo ha confermato presidente fino al 2030 con percentuali bulgare: l’87,29%, il risultato più alto della storia delle elezioni russe.

Per lo “zar” è il quinto mandato dopo 24 anni trascorsi al potere. «Ringrazio i russi per la totale fiducia, il Paese diventerà più forte e nessuno ci intimidirà o ci schiaccerà», ha promesso al Paese, parlando per la prima volta di Alexei Navalny, la cui scomparsa è stata un «evento triste». A proposito del dissidente, ha detto anche che era pronto a uno scambio di prigionieri con l’Occidente, a patto che non tornasse più in Russia.

Gli altre tre candidati-comparsa sono stati praticamente annientati. Il comunista Nikolai Kharitonov, in seconda posizione, si è fermato al 4,7%, quello di Gente Nuova, Vladislav Davankov, al 3,6% e quello del Partito liberaldemocratico Leonid Slutsky al 2,5%.

I dati ufficiali parlano di ottimi risultati anche in termini di partecipazione: affluenza sopra al 77%, rispetto al 67,5% del 2028. Una partecipazione massiccia, tra l'80% e il 90%, è stata annunciata nelle quattro regioni ucraine parzialmente controllate dalle truppe di Mosca e annesse dalla Russia nel 2022: Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson. Qui la vittoria di Putin è stata, se possibile, ancora più netta. Le percentuali che gli sono attribuite arrivano fino al 95% nel Donetsk, al 94% nel Lugansk, al 93% nella regione di Zaporizhzhia e all'88% in quella di Kherson.

«Il risultato delle elezioni dimostra che la Russia è una grande famiglia e che c'è totale fiducia dei cittadini sul fatto che faremo tutto come da programma», ha detto ancora Putin, rivolgendo «parole speciali di gratitudine» ai soldati che combattono in Ucraina da oltre due anni. «Svolgono il compito più importante che è quello di proteggere il nostro popolo».

Ma il messaggio più importante lo “zar” lo ha lanciato all’Occidente: «Non importa quanto abbiano cercato di spaventarci, di sopprimere la nostra volontà, la nostra coscienza, nessuno ci è mai riuscito nella storia. Hanno fallito ora e falliranno in futuro». Ha messo in guardia la Nato, «un conflitto porterebbe a un passo della Seconda Guerra Mondiale».

Da Kiev, Volodymyr Zelensky ha definito Putin un uomo «malato di potere» che vuole «regnare in eterno», ed ha affermato che le elezioni russe non hanno «alcuna legittimità».

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata