Hanno i contorni del giallo le sorti drammatiche di alcuni oligarchi russi, a Mosca e non solo. Gli ultimi casi più eclatanti sono i suicidi di Vladislav Avayev e Sergey Protosenya, avvenuti a poche ore di distanza l’uno dall’altro.

Il primo è stato ritrovato morto nel suo appartamento al 14mo piano di un lussuoso palazzo dell'Universitetsky Prospekt, a due passi dalla maggiore università di Mosca, con la pistola in mano accanto ai corpi senza vita della moglie incinta e della figlia di 13 anni. Il 51enne era ex consigliere del Cremlino ed ex vicepresidente della Gazprombank, uno dei principali canali per i pagamenti di petrolio e gas russo sotto i riflettori del mondo.

I corpi di Avayev, della moglie Ylenia e della piccola Maria sono stati ritrovati dalla figlia più grande di 26 anni, Anastasia, in allarme perché non riusciva a comunicare con la famiglia: tutti e tre avevano ferite da arma da fuoco, colpi partiti da una delle pistole (ne aveva almeno 13 nell'appartamento) dell'uomo che aveva l'arma in mano, secondo il racconto della ragazza.

Non si esclude la pista della gelosia con voci che parlano di una possibile relazione della moglie con l'autista del banchiere che tempo fa era stato licenziato. Ma c'è chi, tra le testimonianze dei vicini di casa riportate dal Daily Mail, avanza l'ipotesi che la vicenda possa essere legata ad una crisi finanziaria dopo la stretta delle sanzioni occidentali: "Forse si è ucciso per quello, forse era stato travolto dai debiti. Tutti sono depressi, alcuni sono disposti a prendere misure estreme", ha raccontato una condomina.

Il secondo, Sergey Protosenya, si sarebbe impiccato anche lui dopo aver ammazzato con ascia e un coltello la moglie e la figlia in una villa di Lloret de Mar (Girona). A far scattare l’allarme, in una drammatica somiglianza con il primo caso, l'altro figlio della coppia, un ragazzo di 22 anni che vive in Francia e che da ore non riusciva a contattare i genitori. Protosenya aveva ricoperto incarichi da dirigente in Novatek, azienda produttrice di gas. Anche in questo caso tutte le piste restano aperte. 

“La grande epurazione è iniziata: funzionari e oligarchi legati al business del petrolio muoiono uno dopo l'altro in circostanze sospette”, si legge su Tsn, il servizio giornalistico del canale tv ucraino 1+1 che ipotizza che le morti dei due magnati del gas sarebbero legate ad affari e corruzione. 

Negli ultimi mesi altri manager russi del settore petrolifero sono morti misteriosamente. Due si sono suicidati a Mosca. Uno, Michael Watford, è stato trovato impiccato a Londra.

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata