I giornalisti che affossarono Nixon: "Russiagate peggio del Watergate"
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Lo scandalo delle interferenze russe nella campagna elettorale delle presidenziali americane del 2016, ormai noto come Russiagate, aleggia sempre più scuro sulla Casa Bianca e potrebbe avere effetti perfino peggiori di quello che l'8 agosto del 1974 portò alla caduta del Presidente Richard Nixon.
Un'esagerazione? Non proprio, se a dirlo sono i due autori della leggendaria inchiesta giornalistica vincitrice del Premio Pulitzer conosciuta come Watergate.
Stiamo parlando dei due giornalisti del Washington Post Carl Bernstein e Bob Woodward, quelli che poi avrebbero avuto i volti di Robert Redford e Dustin Hoffmann nella pellicola "Tutti gli uomini del Presidente".
E Donald Trump deve essersi rivelato un soggetto interessante quanto Richard Nixon, visto che Woodward sta per pubblicare il libro Fear: Trump in the White House e Bernstein figura tra i tre reporter Cnn dello scoop sull'incontro del 2016 tra il figlio di Trumo, Donald Jr, e la rappresentante del Governo russo.
Ma, come per il caso Watergate - che smascherò il grossolano tentativo dei repubblicani di spiare i loro avversari e i fondi neri governativi per finanziare il lato più torbido della politica Usa - all'euforia giornalistica per la notizia segue l'amarezza per la situazione attuale americana, come spiega Bernstein a The Guardian: "Penso che questo sia un momento pericoloso per l'America, perché abbiamo un Presidente senza riguardo per lo stato di diritto o per la verità".
Al di là dei parallelismi con quanto accadde sotto la presidenza Nixon, ci sono differenze che fanno temere conseguenze peggiori, prosegue Bernstein: "È peggio del Watergate, nel senso che quel 'sistema' allora funzionava, e non è chiaro se stia funzionando nella situazione attuale. Nessun presidente ha fatto qualcosa come Trump per controllare la stampa americana e la prassi di far passare il primo emendamento - libertà di parola e di stampa - come il nemico del popolo, lo rende simile ai maggiori tiranni del XX secolo. (...) Del resto, nemmeno di Nixon si sarebbe detto che era un bugiardo abituale".
(Unioneonline/b.m.)