«Sono qui tra voi perché voglio rendermi conto di persona della situazione in quest'area e per dimostrare la vicinanza delle Forze armate italiane e mia personale in questo momento particolarmente delicato». Sono le parole del generale Francesco Paolo Figliuolo,  Comandante operativo di vertice interforze (Covi), che ha salutato i militari italiani schierati in Libano. 

Mercoledì scorso, la delegazione del Covi accompagnata dal comandante del settore Ovest di Unifil, Stefano Messina, ha prima incontrato a Beirut l'ambasciatore d'Italia in Libano Fabrizio Marcelli, per poi fare tappa nella base Onu di Shama, sede del Comando della Joint Task Force Lebanon, attualmente sotto la guida della Brigata Sassari, dove Figliuolo ha salutato i militari italiani del settore Ovest.

Dopo l'incontro con il personale del neo costituito comitato tecnico militare per il Libano, il trasferimento nelle basi avanzate per ispezionare le procedure di sicurezza e le predisposizioni relative alla protezione della forza. Poi, il saluto al personale di Italbatt, che si affianca alle Task Force ghanese, malese, sudcoreana e irlandese-polacca che operano a ridosso della linea di demarcazione con Israele.

«La presenza di Unifil è in questo momento uno dei fattori che possono portare stabilità ed evitare ulteriori escalation», ha detto Figliuolo rivolgendosi al contingente italiano. A Naqoura, il comandante del Covi è stato accolto dall'head of mission e force commander di Unifil, lo spagnolo Aroldo Aroldo Lázaro Sáenz. Durante la office call tra i due alti ufficiali è stata ribadita l'importanza di proseguire con la missione, senza la quale la situazione nel sud del Libano sarebbe più tragica di quella attuale. 

(Unioneonline)

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