Le prospettive, pur “complessivamente favorevoli”, nascondono “alcuni rischi significativi”.

Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi a Barcellona, intervenendo al Cercle d’Economia.

"Benché la situazione pandemica sembri sempre più sotto controllo, siamo ancora lontani dalla fine”, ha osservato il premier.

Che poi ha rilanciato quello che ormai è diventato un suo mantra, vaccinare tutto il mondo. “Gli sforzi vaccinali finora si sono concentrati nel mondo ricco, solo lo 0,3% delle dosi è andato ai Paesi a basso reddito, mentre i più ricchi hanno distribuito l’85%”.

Una differenza “non solo ingiusta eticamente, ma anche molto pericolosa”, perché “finché il virus continuerà a circolare liberamente, ci sarà sempre il rischio di nuove varianti, ne basta una resistente ai nostri vaccini per compromettere le campagne”.

Ha ricordato il duro colpo inferto dalla pandemia Draghi: “Hanno perso la vita almeno 3,8 milioni di persone, Italia e Spagna sono tra i Paesi più colpiti con oltre 200mila decessi”, senza tralasciare "l’incertezze ha prodotto e le misure di contenimento che hanno inciso pesantemente sull’economia”.

"Il prodotto interno lordo dell'Unione Europea è calato di 6,1%, la maggiore contrazione mai registrata. La riduzione più forte è stata registrata in Italia e in Spagna, dove il PIL è calato rispettivamente dell'8,9% e del 10,8%", ha osservato il presidente del Consiglio.

Ma ora qualcosa sta cambiando: “Gli sforzi vaccinali ci hanno permesso di riaprire e c’è un ritorno alla crescita. Secondo le previsioni della Commissione europea, quest’anno il prodotto interno lordo della Ue crescerà del 4,2%. In Italia e in Spagna si prevede un aumento rispettivamente del 4,2% e 5,9%. E queste previsioni potrebbero essere riviste al rialzo, con il ritorno della fiducia fra le imprese e le famiglie".

(Unioneonline/L)

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