Tutto è pronto a St. Poelten, in Austria, per l'apertura domani del processo contro Josef Fritzl, il padre-mostro accusato di aver avuto con la figlia Elisabeth, tenuta segregata per 24 anni, un rapporto incestuoso dal quale sono nati sette bambini. Le televisioni di tutto il mondo hanno invaso la cittadina della Bassa Austria anche se il dibattimento avverrà per lo più a porte chiuse. In aula sarà consentito inizialmente l'accesso a 95 giornalisti che però dovranno uscire quando comincerà il processo vero e proprio. Tra le accuse di cui Fritzl, 73 anni, dovrà rispondere c'è riduzione in schiavitù, sequestro di persona, stupro, minacce aggravate, incesto, oltre all'omicidio di uno dei bambini nati dalla relazione con la figlia, che oggi ha 43 anni. Friztl si è dichiarato colpevole dei reati, tranne che dell'omicidio, e rischia fra i dieci anni e l'ergastolo.

TRAGEDIA E INCESTO La storia di Elisabeth emerse lo scorso anno ad Amstetten, quando Fritzl portò in ospedale la figlia maggiore dell'incesto che non stava bene. I medici si insospettirono per il colore della pelle della ragazza, vissuta per 19 anni senza vedere la luce del sole nello scantinato di 60 mq senza finestre, sotto l'appartamento in cui Fritzl viveva con la moglie e altri sei figli. Secondo la versione che l'uomo aveva fornito, Elisabeth era fuggita di casa a 18 anni nel 1984. In realtà era stata rapita da lui e tenuta per 24 anni nello scantinato con tre dei sette figli, senza che le fosse mai consentito di uscire. Un altro bambino era morto e altri tre erano stati affidati alle cure della madre di Elisabeth con un lettera in cui la ragazza affermava di non potersene occupare. La sua storia lasciò sotto choc l'Austria, che solo due anni prima aveva conosciuto il dramma di Natascha Kampusch, una ragazza di 18 anni che riuscì a liberarsi e a fuggire da una cella di sei metri quadrati in cui era stata tenuta per otto anni da un maniaco.                              
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