L'Australia sempre più lontana dalla corona britannica.

La banca centrale, la Reserve Bank of Australia (RBA), ha annunciato la decisione di non inserire l'effige di re Carlo III al posto di quella della defunta Elisabetta II sul nuovo taglio da 5 dollari ma di optare per una raffigurazione in onore della cultura aborigena.

La scelta è stata fatta in accordo col governo guidato dal premier laburista di origine italiana Anthony Albanese, che in passato si è già espresso in favore di un passaggio dall'attuale monarchia parlamentare, con capo di Stato il sovrano britannico, alla repubblica.
«L'Australia crede nella meritocrazia, quindi l'idea che qualcuno debba apparire sulla nostra valuta per diritto di nascita è inconciliabile, così come l'idea che debba essere il nostro capo di Stato per diritto di nascita», ha dichiarato Craig Foster, presidente dell'Australian Republic Movement. Mentre i monarchici protestano e il Liberal Party all'opposizione parla di un attacco contro «la nostra società e le nostre istituzioni».

Sono i 14 reami del Commonwealth, la comunità di Paesi quasi tutti accomunati dalla passata appartenenza all'Impero britannico, in cui la corona esercita ancora un ruolo istituzionale. 

Mentre Barbados ha formalizzato nel 2021 l'addio al legame diretto con la corona, altri Stati si preparano a farlo e anche in Australia il dibattito è aperto.

Secondo un sondaggio di Ipsos dello scorso dicembre, il 54% dei cittadini concorda sul fatto che dopo la fine del regno di Elisabetta il Paese dovrebbe porre fine ai suoi legami formali con la monarchia britannica, mentre il 46% è in disaccordo.

Un tentativo di cambiare c'era già stato col referendum del 1999, vinto dai favorevoli alla monarchia ma con un margine di vantaggio ridotto sui filo-repubblicani. 

(Unioneonline/D)

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