Assalto a Capitol Hill, e se Trump venisse rimosso?
Il presidente, in carica fino al 20 gennaio, rischia di essere "cacciato" prima del tempoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Si discute in queste ore su quanto Donald Trump sia responsabile per l'assalto dei suoi sostenitori a Capitol Hill, sede del Congresso negli Usa, e se debba eventualmente pagarne le conseguenze anche lui.
Si fa strada l'ipotesi che il presidente, carica che gli spetta di diritto fino al 20 gennaio quando dovrà cedere la Casa Bianca al nuovo inquilino Joe Biden, venga "cacciato" prima del tempo dalla residenza presidenziale.
Alcuni deputati e senatori democratici invocano il 25esimo emendamento, quello che prevede che il vicepresidente prenda il controllo della situazione come facente funzioni. Quando? Quando il presidente muore, si dimette, è malato oppure viene rimosso per incapacità manifesta.
L'emendamento finora è stato applicato quando il vicepresidente Gerald Ford nel 1974 prese il posto di Richard Nixon, dimessosi dopo essere stato travolto dallo scandalo del Watergate. Per un breve periodo di poche ore il vicepresidente George H. Bush nel 1985 fu presidente quando Ronald Reagan fu operato con anestesia generale. Anche il vicepresidente Dick Cheney nel 2002 rimpiazzò per alcune ore il presidente George W. Bush mentre veniva sottoposto a operazione chirurgica.
In questo caso dunque, e a differenza della lunga procedura dell'impeachment, il presidente può essere rimosso senza bisogno di elevare accuse precise. E' sufficiente che il vicepresidente e la maggioranza del governo trasmettano una lettera al Congresso sostenendo che il presidente non è più in grado di esercitare i poteri e i doveri legati al suo incarico.
Se poi il diretto interessato si oppone alla sua rimozione, la decisione spetta alla Camera dei Rappresentanti del Congresso (oggi in mano ai democratici) che deve esprimersi con una maggioranza dei due terzi dei voti.
(Unioneonline/D)
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