La donna trovata morta sabato nel parco di Villa Pamphili a Roma assieme a quella che poi il Dna ha rivelato essere la figlia, di appena sei mesi, ora ha un nome.

Una svolta importante nel giallo che potrebbe portare all'individuazione del responsabile della morte della piccola, che presentava segni di strangolamento ed ematomi sul corpo nonché segni di denutrimento.

Il cerchio sembra, quindi, stringersi anche sull’identità del killer dopo il lavoro svolto per l'identificazione della ragazza, alta circa un metro e 60, di carnagione chiara e dai capelli biondi.

Dalla Questura si puntualizza che si stanno vagliando tutte le segnalazioni arrivate anche dopo la diffusione delle foto dei vistosi tatuaggi individuati sul corpo della vittima.

Gli inquirenti hanno lavorato su alcuni reperti trovati a poca distanza dal luogo del ritrovamento tra cui anche i resti di una tenda, simile a quelle che vengono fornite dalle associazioni che si occupano di persone senza fissa dimora.

Forse grazie a questa tessera del puzzle e alle testimonianze raccolto si è riusciti a risalire alla “coppia” - madre e figlia - che da alcuni giorni viveva all'interno del parco. Con loro, come raccontato da alcuni testimoni, c'era anche un uomo che è stato visto da un gruppo di ragazzi e da una donna la sera prima del ritrovamento con in braccio un fagotto a poca distanza da dove il corpicino della piccola è stato abbandonato senza vita.

Per gli inquirenti la donna potrebbe avere partorito all'estero per poi raggiungere l'Italia, forse a bordo di bus. L'autopsia ha confermato che la madre allattava la bambina che, però, al momento della morte presentava lo stomaco completamente vuoto. La morte della madre risale ad almeno cinque giorni prima, se non addirittura sette.

Il suo corpo, nudo e coperto da una busta di plastica e in avanzato stato di decomposizione, era stato portato e lasciato in quel punto del parco da qualcuno, forse la stessa persona che ha poi deciso di uccidere la piccola. Gli esame istologici dovrebbero fornire elementi sulle cause del decesso della 30enne: sono state escluse l'aggressione violenta e l'overdose. Chi indaga non esclude che la morte possa essere arrivata per cause naturali. Poi anche la bimba, rimasta in balìa di quell'uomo ancora sconosciuto e che ora si cerca di rintracciare, ha trovato la morte.

(Unioneonline)

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