Non risponde da ore agli appelli dei carabinieri l’uomo che ieri mattina si è barricato in casa a Cordovado, in provincia di Pordenone. Ieri sera, alle 19.45 e alle 22.03 ha pubblicato su YouTube due video in cui accusa un maresciallo e un altro negoziatore di istigazione al suicidio “per futili motivi”, due lunghi monologhi di 6 e oltre 7 minuti, a tratti farneticanti che sembrano preludere a un gesto insano che però non coinvolgerebbe terzi. E ribadisce di non aver manifestato intenti violenti che giustificassero un'irruzione.

Nell’ultimo clip della tarda mattinata di oggi dice invece: «Pensavate che mi fossi già ammazzato, perché sapete il tipo di stress che provocate, a fronte della pressione che mettete con questo tipo di operazioni». «Non ho alcuna tendenza suicida - sono le parole dell'uomo - e voi sapete esattamente che se fossi stato pericoloso sarei potuto entrare in azione in tutti questi mesi, nei confronti della gente che avete fatto sgomberare ieri. Invece io sono innocuo, non ho mai rappresentato alcun pericolo per la comunità». 

Lui è un uomo di 55 anni, privo di occupazione, ex militare, con qualche problema psicologico. A renderlo pericoloso è il fatto che, come ha fatto sapere il questore di Pordenone, Luca Carocci, «ha molti fucili per uso sportivo». L'azione delle forze dell'ordine - cui sta partecipando personale del Comando provinciale e dei reparti speciali dell'Arma - è scaturita da minacce rivolte via web dall'uomo ad alcune autorità della provincia. Aveva postato video in cui minacciava gesti eclatanti o anche autolesionistici qualora si fosse proceduto al sequestro delle sue armi.

 La palazzina dove abita, per ragioni di sicurezza, è stata evacuata, così come alcuni negozi nelle vicinanze, e, per isolarlo, è stata interrotta la fornitura di luce e gas nel suo appartamento.

«I suoi atteggiamenti derivano, con ogni probabilità, dalle puntuali verifiche dei nostri uffici - ha affermato Carocci - che hanno permesso di evidenziare anomalie nell'equilibrio psicofisico di questo soggetto, all'atto del rinnovo del permesso per la detenzione delle armi. Per proseguire a usare quei fucili avrebbe dovuto produrre un certificato di idoneità psicofisica, che non ha mai consegnato». Gli uffici della Questura avevano quindi informato il prefetto, che a sua volta aveva firmato l'atto di sequestro dei fucili, incaricando i carabinieri di procedere, vista l'indisponibilità manifestata dal soggetto a consegnare spontaneamente le armi. Da quanto si è appreso, l'uomo, però, ricevuta la notifica, aveva invece postato sui social alcune minacce se si fosse comunque proceduto con il sequestro delle armi.

(Unioneonline/s.s.)

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