E' grazie all'incessante lavoro dell'Aise, l'Agenzia informazioni e sicurezza esterna, e del suo direttore, il generale Luciano Carta, che Silvia Romano è tornata a casa.

Carta, 63 anni, chiude così in bellezza il suo incarico a capo dell'agenzia, assunto qualche giorno prima della cattura di Cesare Battisti.

Nato a Carbonia nel 1957, generale di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza e dal 2017 vicedirettore dell'Aise, è diventato direttore il 21 novembre 2018. E’ stato anche consulente della Commissione Parlamentare antimafia nella XIV Legislatura.

Un lavoro sottotraccia e complicato, quello dell'intelligence italiana, per liberare la cooperante milanese rapita in Kenya 17 mesi fa e subito venduta a un gruppo jihadista legato agli al Shabaab in Somalia.

Silvia Romano torna in Italia
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Ad attenderla anche il premier Conte e il ministro Di Maio
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Il rientro con la tunica islamica
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Gli abbracci con la famiglia
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Tanta l'emozione
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La cooperante è stata rapita in Kenya nel 2018
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La liberazione è avvenuta dopo 17 mesi
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"Sono stata forte e ho resistito", le sue prime parole
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Il saluto del premier Conte
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Gomito a gomito con il ministro Di Maio
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Festa anche nel suo quartiere, a Milano
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Applausi e striscioni
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(Tutte le foto sono Ansa)
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IL RAPIMENTO - La 24enne lavorava per la onlus marchigiana Africa Milele che opera nella contea di Kilifi, dove seguiva un progetto di sostegno all'infanzia con i bambini di un orfanotrofio. Il 20 novembre del 2018 un commando di otto uomini armati di fucili e machete l'aveva prelevata con la forza fuggendo in moto. Un agguato in piena regola, alla ricerca della "donna bianca".

Tre dei responsabili del blitz erano stati arrestati e dalle indagini era emerso che la ragazza era stata trasferita oltreconfine subito dopo il sequestro: un'operazione organizzata da un gruppo islamista legato ad al Shabaab che aveva fornito alla banda di criminali comuni kenyoti denaro e mezzi.

Queste informazioni erano trapelate un anno dopo il sequestro, nel novembre scorso, e da quel momento sono stati mesi di silenzio. Ma all'ombra dei riflettori è iniziata la trattativa che ha permesso di chiudere con successo l'operazione dell'Aise, scattata in collaborazione con i colleghi somali e turchi.

Silvia è stata liberata a 30 chilometri da Mogadiscio: a blitz compiuto, è stata condotta in un compound delle forze internazionali nella capitale somala e poi all'ambasciata italiana. Da lì un aereo dell'Aise l'ha condotta in Italia.

Sull'ipotesi del pagamento di un riscatto, per ora, nessuna conferma né smentita.

(Unioneonline/D)
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